Vaccino Covid, in Sicilia 700mila dosi da buttare: spreco da 14 milioni

Oltre alle centinaia di migliaia di dosi Covid in scadenza, gli accordi con Pfizer e Moderna prevedono l’arrivo di altri 60 milioni di fiale

Nonostante il Covid ancora non sia completamente scomparso, per la maggior parte della popolazione è ormai solamente un ricordo, seppure per alcuni doloroso. In termini economici però la pandemia non può considerarsi conclusa, perché ci sono milioni di dosi di vaccino in giacenza, che scadono nel 2024. Nella sola Sicilia ce ne sono 700mila e si può prevedere che, se saranno buttati, si avrà uno spreco di 14 milioni di euro. A riportarlo è l’edizione odierna del Giornale di Sicilia.

Si tratta degli ultimi lotti di Pfizer e Moderna del siero bivalente, quello aggiornato alle varianti della famiglia Omicron, destinate alle terze, quarte e quinte inoculazioni. Le somministrazioni tuttavia procedono sempre più a rilento, anzi, sono pressoché ferme. Il nuovo report epidemiologico del Dame, ha confermato che ci sono ancora in Sicilia oltre 1,2 milioni di cittadini non immunizzati con la terza somministrazione, mentre quelli che hanno fatto la quarta e la quinta dose sono, rispettivamente, a 244mila unità e a poco più di 10mila.

Occorre intervenire per evitare l’aggravamento della situazione economica

È evidente che con questo andazzo sarà impossibile utilizzare le dosi di bivalenti in scadenza. E considerando che i costi di una singola dose si aggirano a 19,5 euro per Pfizer e 22 euro per Moderna, si evidenzia che circa 14 milioni di euro rischiano di andare al al macero. Non solo. In base agli accordi in vigore con i fornitori, sono previste ancora consegne per oltre 60 milioni di dosi. A questo punto, per evitare di aggravare una situazione già molto pesante, rimangono due opportunità. Una viene indicata da Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, che, come altri suoi colleghi si augura che «le dosi in eccesso accumulate in tutte le regioni siano date a quei Paesi che ne hanno bisogno, a cominciare dall’Africa». Nonostante che «per spedire le fiale in giacenza verso altre nazioni ci vuole comunque il loro input. Ed al momento non è pervenuto». La seconda opportunità e quella già intrapresa dalla Polonia e chiesta a Bruxelles pure dall’Italia. Rimodulare, cioè, i contratti con Pfizer e Moderna per posticipare o interrompere l’ulteriore arrivo dei 60 milioni di siero previsti negli accordi ancora in vigore.