Truffa online con sms e telefonata, pensionato palermitano rimborsato dalla banca

Risolutivo il ricorso dell’avvocato all’Arbitro Bancario e Finanziario, che ha riconosciuto le ragioni della vittima del phishing

Dopo il pronunciamento da parte dell’Arbitro Bancario e Finanziario, l’Abf, che ha riconosciuto il diritto a un rimborso da parte di un noto Istituto bancario, un pensionato palermitano vittima di sms spoofing ha ottenuto dalla sua banca il rimborso della somma sottrattagli. L’Abf,  infatti, gli ha riconosciuto il diritto a ottenere il rimborso di poco più di 2mila euro, oltre le spese. Per il malcapitato la truffa era iniziata con un sms, con la tecnica dell’sms spoofing, e poi con una telefonata apparentemente proveniente da un Id caller riconducibile allo stesso Istituto presso cui era correntista. Si tratta del cosiddetto vishing o phishing vocale.

Le truffe informatiche

Sono truffe informatiche che consistono nell’invio di messaggi da un mittente apparentemente affidabile e reale, come in questo caso la banca interessata alla vicenda. Entrambi gli espedienti possono bastare a trarre in inganno il destinatario, perché il falso sms è visualizzato negli smartphone insieme ai messaggi legittimi della banca stessa.

Tutto ha avuto inizio nel febbraio del 2020, quando il pensionato palermitano, titolare di un conto corrente presso uno dei maggiori Istituti bancari nazionali, ha ricevuto un sms da un numero riconducibile al mittente delle comunicazioni ufficiali della banca. Il messaggio lo avvisava che l’operatività della sua utenza era limitata per motivi di sicurezza e veniva quindi invitato a riattivarla accedendo a un apposito link contenuto nel messaggio.

La telefonata dopo il messaggio

C’è da tenere presente che nel 2020 non era stato molto pubblicizzato che le truffe potessero venire anche dagli sms e di conseguenza il cliente della banca è caduto nella trappola del falso messaggio. Ed ha anche risposto alla contemporanea falsa telefonata presentatasi con il numero della banca. Il povero consumatore, poco dopo, ha ricevuto un altro sms, questa volta reale, che gli notificava l’effettuazione di un bonifico di oltre 6mila euro: tanto quanto era la sua liquidità sul conto corrente. Ha subito contattato la banca, che non è riuscita a bloccare il bonifico, ma per fortuna ha  recuperato una parte del maltolto, circa 4mila euro. Il pensionato ha chiesto formalmente che gli venisse riconosciuta anche la differenza, gli altri 2mila euro circa, ma l’ufficio legale ha risposto picche, sostenendo che era colpa sua poiché era stato incauto. Quindi non è riuscito  a definire bonariamente la controversia.

L’intervento dell’avvocato e dell’Arbitro Finanziario

Ovviamente al malcapitato è rimasto per qualche tempo tanto amaro in bocca, e quando su un giornale ha letto di una banca che aveva rimborsato una cliente vittima della sua stessa disavventura, ha capito che qualcosa si poteva ancora fare. Nell’articolo ha cisto che la ‘fortunata’ aveva ricevuto l’assistenza dell‘avvocato Emilio Scrudato e lo ha contattato, chiedendogli di assistere anche lui per fare il ricorso all’Arbitro Bancario. Il Collegio di Palermo, dopo avere esaminato la situazione esposta dall’avvocato Scrudato, ha dichiarato che per come si erano svolte le cose,  la banca era tenuta a restituire al correntista la somma truffatagli. L’istituto ha così rimborsato al pensionato la somma sottrattagli nella truffa dandogli la possibilità di uscire dallo stress provocatogli dalla disavventura.

CONTINUA A LEGGERE

 

Nuova truffa svuota conto, attenzione agli sms BPlay e Bancomat Pay: ecco cosa sta succedendo