«Suo padre è morto»: i medici comunicano la morte del genitore invece vivo

A comunicare la morte di un uomo di 76 anni alla figlia è stato il reparto ospedaliero in cui era ricoverato. Dopo mezz’ora la seconda telefonata, con tante scuse

I sanitari del reparto ospedaliero di Cecina, nel Livornese, dove era ricoverato un uomo di 76 anni, con una telefonata hanno comunicato alla figlia la morte del padre. Una notizia che cambia la vita, per la donna un dolore cocente. Ha provveduto a informare parenti e amici, condividendo la drammatica notizia. Solo che dopo mezzora è arrivata una seconda telefonata dall’ospedale. Le è stato comunicato che era stato commesso un errore. Il padre era vivo, in effetti il paziente deceduto era un altro. L’Azienda sanitaria Toscana Nord Ovest ha provveduto a scusarsi con la figlia dell’anziano degente.

LE SCUSE DELLA ASL

Con una nota la Asl ha provato a spiegare: “Ci scusiamo per questo grave e doloroso scambio di persona. Si è verificato un errore nella trascrizione di un numero di telefono, quello del familiare da chiamare in caso di necessità, sulla cartella elettronica del paziente. Quando il personale dell’ospedale si è accorto dell’errore, circa mezz’ora dopo la prima telefonata, ha subito richiamato la famiglia spiegando l’equivoco, dovuto a un errore umano. L’Asl, come ha già fatto direttamente, si scusa ancora con i familiari per il disagio creato”.

COSA DICE IL CODACONS

«L’ospedale di Cecina e la Asl Toscana nord ovest dovranno risarcire la famiglia coinvolta nell’errore per gli enormi danni morali subiti». Questo è quanto afferma afferma il Codacons, pronto a ricorrere all’azione legale. «Se confermati i fatti così come emersi in queste ore, si tratterebbe di uno sbaglio che rischia di costare caro all’ospedale e alla Asl – ha spiegato il Codacons ─. La comunicazione della morte ha infatti provocato uno stato di enorme dolore, sofferenza e angoscia ai parenti dell’uomo, che solo in un secondo momento hanno appreso la notizia dell’errore». Ed ha aggiunto: «Un incubo tale da determinare un danno morale evidente, che ora deve essere risarcito nelle sedi opportune. In tal senso il Codacons si mette a disposizione della famiglia coinvolta nella vicenda e offre assistenza legale per valutare le azioni risarcitorie da intraprendere nei confronti del nosocomio di Cecina e della Asl Toscana nord ovest».