Coronavirus:  il lockdown si potrebbe evitare separando gli anziani dai giovani

Alcuni studi sostengono che evitare contatti tra le generazioni avrebbe effetti utili, perché gli over 60 sono molto più vulnerabili dei giovani

Con i contagi che giorno dopo giorno raggiungono cifre record, diventa sempre più concreto l’incubo di un nuovo lockdown. Da più parti giungono però proposte alternative per evitare o ritardare questo scenario che comporterebbe pesanti ricadute per l’economia. Ci sono possibili soluzioni che nascono dalla lettura dalle statistiche relative alla vulnerabilità degli over 60 rispetto alle fasce più giovani. Un riscontro di questo tipo  arriva da uno studio effettuato dall‘Istituto per gli studi di politica internazionale, nel quale viene rilevato che il virus  uccide meno di 5 persone su 10mila nella fascia d’età 30-39 anni, ma oltre 7 persone ogni 100 tra gli ultra ottantenni. Per questo, sostiene lo studio,  “sarebbe sufficiente isolare gli ultra ottantenni per dimezzare la mortalità diretta del virus. Se poi riuscissimo a isolare efficacemente gli ultra-sessantenni, la mortalità sarebbe dieci volte inferiore”.

 

POCHI MORTI SOTTO I 50 ANNI

La stessa tesi è avanzata anche dal professore Andrea Ichino, dell’European University Institute, che assieme ai colleghi Carlo Favero e Aldo Rustichini nel Giornale di Sicilia di oggi evidenzia questi dati: «Su oltre 37.000 morti per Covid-19, solo 409 avevano meno di 50 anni e solo 19 meno di 30. Sul totale dei ricoverati Covid in terapia intensiva solo 1 su 7 ha meno di 50 anni. È evidente, alla luce di questi dati, che i giovani non corrono grossi rischi nella pandemia. Quindi, per impedire il disastro economico che sarebbe provocato da un nuovo lockdown e al tempo stesso per salvare vite umane, dobbiamo cercare dove possibile di separare i giovani dagli anziani. Solo in questo modo possiamo evitare il collasso del sistema ospedaliero. Sottolineo dove possibile».  

NON ISOLARE GLI ANZIANI

Non si tratterebbe comunque di isolare gli anziani, ma evitare quanto è più possibile che gli anziani entrino in contatto con i giovani, astenendosi da vicinanze non strettamente necessari. «È strano che fino ad adesso non si sia suggerita maggiore attenzione al distanziamento e alla osservanza di tutte le misure volte a ridurre il contagio ─ dice il professore Ichino ─. Perché ci sono molti accorgimenti che si possono adottare per ridurre contatti del tutto evitabili. Ad esempio, per tenere aperte le scuole con rischi inferiori di contagio basterebbe consentire ai docenti anziani di insegnare in modo telematico da casa mentre gli studenti dovrebbero andare in classe assistititi dal personale più giovane». 

MEZZI PUBBLICI E PRANZI DOMENICALI

«E dato che l’aumento dei contagi è largamente legato al sovraffollamento sui mezzi di trasporto ─ continua il professore Ichino ─ il governo potrebbe imporre corse differenziate per giovani e anziani sui mezzi pubblici. Analogamente, anche gli orari di accesso a supermercati e negozi dovrebbero essere rigidamente separati per chi ha più o meno di 50 anni. Il Governo potrebbe chiedere esplicitamente agli italiani di evitare il tradizionale pranzo domenicale che riunisce le generazioni delle nostre famiglie estese. I pranzi che coinvolgono più di 6 giovani non sono un problema, mentre quelli con meno partecipanti, ma di età mista, aumentano i rischi. Le autorità sanitarie avrebbero dovuto segnalarlo esplicitamente». 

IL VIRUS CIRCOLEREBBE MENO FRA GLI ANZIANI

Il professore Ichino sostiene che queste soluzioni limiterebbero la circolazione del virus tra gli anziani, cioè in quella fascia di popolazione  per la quale il Covid è davvero pericoloso. «Il virus ─ dice ─ circolerebbe tra i giovani, ma, come ho detto prima, essi non corrono grossi rischi. In questo modo, inoltre, ci avvicineremmo alla immunità di gregge in un modo che non porterebbe al collasso la struttura ospedaliera».