Rosario Terranova racconta gli anni ottanta e l’amore al tempo di internet

L’attore palermitano porta in scena al Teatro Agricantus “Benedetta innocenza” e “Figli degli anni ’80”, rispettivamente in programma il 6 e il 26 agosto

Rosario Terranova

Rosario Terranova è uno degli attori più interessanti e versatili del panorama contemporaneo.
Capace di narrare le dinamiche che attraversano la società con toni leggeri e ironici, sempre nel solco di una comicità “riflessiva” e mai banale. 
Il suo ricco curriculum parla di esperienze compiute in ambiti diversi, tra televisione, fiction e cinema. 
Emblema di una “sicilianità” viscerale e mai greve, di recente è tornato a Palermo, amatissimo luogo natale, dove ha già deliziato il pubblico con “Figli degli anni ottanta“. 
Il godibilissimo spettacolo si sposta ora in provincia, precisamente a Ventimiglia di Sicilia dove, il 5 agosto, è in programma all’Anfiteatro Comunale alle 21:30, e nel trapanese.
Un’altra replica, infatti, si terrà al Teatro “Nino Croce” di Valderice il prossimo 13 agosto, alle 21:30. 
Il 26 agosto “Figli degli anni ottanta” approderà  al Teatro Agricantus a Palermo, nel tratto di via XX settembre compreso tra piazza Goffredo Mameli e via Giuseppe La Farina alle 21:15, nell’ambito di “Palermo Non Scema Festival”, rassegna serale di spettacoli all’aperto. 
Nello stesso palco, alla stessa ora e sempre nell’ambito della programmazione estiva, Rosario Terranova porterà in scena “Benedetta innocenza” sabato 6 agosto. 
Entrambi gli spettacoli sono scritti e diretti da Giulia Galati

GLI ANNI OTTANTA, TRA ANEDDOTI E MEMORIE COLLETTIVE 

Il fortunato sodalizio professionale con  Giulia Galati, avvocato per professione ma anche autrice e regista per passione, ha prodotto due “one man shows” che vedono Rosario Terranova interagire con il pubblico con sorprendente confidenzialità. 
Si ride, certo.
Ma si riflette, anche, dinanzi agli ammiccamenti dell’attore, che “interroga” gli spettatori – la risposta divertita e attenta c’è, eccome –  e li “costringe” ad intraprendere una sorta di “nostalgia lane“.
Un tuffo nella memoria collettiva di ciò che si è stati nel passato, tra rampantismo sociale e vacuità dell’apparenza. 
“Figli degli anni ottanta” è un esperimento, assai riuscito, di rivisitazione in chiave comico – critica della Palermo di quarant’anni addietro. 

Quella delle felpe “Best Company” e degli accessori “Naj Oleari”, del primato assoluto dell’esteriorità sui valori e del fenomeno dei paninari. 
Palermo che agognava il modello di “Milano città da bere”, Palermo ancora ignara delle tragedie che avrebbero sconvolto l’assetto sociale e politico agli inizi degli anni novanta. 
La moda griffata che attingeva all’american way of life, perfino le distinzioni di classe espresse nella lotta Timberland contro Lumberjack. 
Rosario Terranova porta in scena un decennio che non può tornare, ma che resta indimenticabile, ed è impagabile il modo in cui mette a parte gli spettatori, attraverso aneddoti e ricordi personali
Può scendere giù qualche lacrima, all’ascolto delle sigle dei cartoni animati che rimandano a pomeriggi trascorsi con chi ora, forse, non c’è più. 
A tributare i giusti e meritati applausi, ci sono bambini, ventenni e trentenni, zii e nonni. 
Ma soprattutto, ci sono ultraquarantenni in bilico tra risate e nodi in gola per tutto il corso dello spettacolo. 

NEVROSI CONTEMPORANEE ED ESASPERAZIONI “SOCIAL” 

L’indagine sociologica di Rosario Terranova prosegue e, sempre all’insegna dei toni brillanti, approda al delicato terreno delle ossessioni del nuovo millennio. 
“Benedetta innocenza” è la storia di un uomo smarrito dinanzi all’approccio con una donna ipertecnologica
E che scopre, con consapevole ironia, aspetti di sé che ancora non conosceva, limiti inclusi. 
Ne viene fuori il ritratto di un amante d’altri tempi, poco avvezzo alle logiche da social network che entrano a gamba tesa nelle relazioni amorose. 
Attratto dalla donna attivissima sui social, ritiene dapprima di potersi adeguare. 
Comprenderà però, attraverso un percorso di autoanalisi condito dal racconto di esperienze personali e virtuali, la necessità di abbandonare l’idea di fare coppia con la donna eternamente “online” .

UN PERCORSO ARTISTICO TRA TEATRO, CINEMA E TELEVISIONE 

Nato a Palermo il 6 giugno del 1975, Rosario Terranova è un attore eclettico e trasversale.
Ha appena finito di girare un film per la regia di Stefano Mordini al fianco di Riccardo Scamarcio, dal titolo “2 Win”.
L’ uscita è prevista per l’anno prossimo. 
Approccia il mondo del teatro grazie al lungimirante e compianto regista Pippo Spicuzza.
Negli anni, fa incetta di prestigiosi riconoscimenti, aggiudicandosi il Premio al Festival del Cabaret Emergente di Modena, il Premio Nazionale “Enzo Biagi”, il “Sarchiapone Premio Walter Chiari”, il Premio “Charlot” e il Premio intitolato a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Negli anni più recenti conquista il Premio al Talento Siciliano nel 2019 e il Premio “Vincenzo Crocitti Attore in Carriera” nel 2020.
Nel grande teatro ha interpretato il Brigante Prorunasu nel “Rinaldo in campo” , stagione 2011-2012, commedia musicale di Garinei e Giovannini con musiche di Domenico Modugno per la regia di Massimo Romeo Piparo
Un ruolo scritto cinquant’anni prima per Franco Franchi

Dopo gli esordi in popolari trasmissioni televisive quali Seven showTribbùTintoria Show e Made in Sud arriva a Zelig e diviene essere ospite fisso del Maurizio Costanzo Show.
Alterna al cinema d’autore quello commerciale: Francesco Ranieri Martinotti lo dirige ne “La seconda volta non si scorda mai”. 
Nel 2017, è nel cast di “Sicilian Ghost Story” che vede alla regia Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. 
Con Carlo Vanzina, invece, in “Buona giornata” e Non si ruba a casa dei ladri”.
Recita con Leonardo Pieraccioni alla regia ne “Il Professor Cenerentolo” e, nel ruolo di coprotagonista in  “Bene ma non benissimo”, esordio dietro la macchina da presa di Francesco Mandelli. 
Incursioni di qualità anche sul piccolo schermo, con “Distretto di Polizia”, “Squadra Antimafia”, “Il giovane Montalbano”. 
E ancora, “Questo è il mio Paese”, “Il Commissario Montalbano”, “Don Matteo” e “Maxi – il grande processo alla mafia”. 
Apprezzatissima è la sua interpretazione, accanto a Kim Rossi Stuart, del poliziotto soprannominato ‘u cunigghiu” nella serie Rai “Maltese – Il romanzo del Commissario”, che vede alla regia Gianluca Maria Tavarelli