Riciclaggio, sequestrate tre villette all’imprenditore Faustino Giacchetto

L’ex manager della pubblicità era già stato condannato per gli affari sulla Formazione professionale

La guardia di finanza del nucleo di Polizia economica finanziaria di Palermo ha eseguito, nei confronti di Faustino Giacchetto, 57 anni, dei due figli e di Gioacchino Imburgia, un decreto di sequestro preventivo emesso d’urgenza dal pm su tre abitazioni nel comune di Santa Marina di Salina, per un valore stimato dagli investigatori in circa 850mila euro.

L’indagine delle Fiamme Gialle ha tratto origine dagli esiti degli accertamenti svolti qualche anno fa nei confronti di un presunto comitato d’affari – ideato, promosso e diretto da Faustino Giacchetto e composto da numerosi professionisti ed imprenditori – che, attraverso la sistematica corruzione di esponenti politici e dirigenti pubblici, nonchè lo “schermo” di uno storico ente di formazione professionale siciliano (il Ciapi), avrebbe illecitamente percepito contributi pubblici per diversi milioni di euro e condizionato il regolare svolgimento delle gare di appalto per la gestione di “grandi eventi” in Sicilia. 

L’uomo è stato destinatario nel giugno 2013 di misure cautelari personali e reali disposte dal Gip di Palermo. In seguito gli sono state applicate dal locale Tribunale anche severe misure di prevenzione personali e patrimoniali (con confisca di un ingente patrimonio).

Successivi approfondimenti investigativi, svolti dagli specialisti del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno consentito di appurare che Giacchetto, nel corso delle indagini a suo carico, aveva effettuato operazioni finanziarie e immobiliari finalizzate a sottrarre parte del proprio patrimonio ad eventuali sequestri.

A dicembre del 2018, dopo la definizione del primo grado della procedura di prevenzione a carico di Faustino Giacchetto, la società immobiliare avrebbe ceduto ai figli di Giacchetto tre unità immobiliari site nel comune di Santa Marina Salina per un prezzo complessivo di 550 mila euro, corrisposto utilizzando proprio i tre assegni consegnati a Imburgia nel marzo del 2013. In tal modo Faustino Giacchetto sarebbe riuscito a sottrarre tale somma all’esecuzione dei sequestri (penale e di prevenzione) disposti nei suoi confronti e dei suoi prossimi congiunti.

I tre immobili, del valore complessivo stimato in circa 850 mila euro, sarebbero stati messi “a reddito” dai Giacchetto, utilizzandoli per locazioni brevi a fini turistici.

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