Quali saranno le regioni rosse, arancioni e verdi, e le loro limitazioni

Le ipotesi al vaglio prevedono 5 regioni in zona rossa, comprese Alto Adige eVal d’Aosta. Tre in quella arancione:
Puglia, Liguria e Campania. Per tutte le altre valgono le misure nazionali

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrebbe firmare nella serata odierna il nuovo Dpcm. Comunque sono in corso ancora incontri, e la quadra potrebbe arrivare anche domani. Quest’ultimo decreto dividerà l’Italia in tre zone.  Ci sarà una zona rossa, una arancione e un’altra verde. Le Regioni che rientrano nella zona rossa, quelle con il rischio più alto, che viene determinato dall’indice Rt e da altri 21 parametri, dovrebbero essere Lombardia, Piemonte e quasi certamente la Calabria, mentre la provincia di Bolzano ha già chiuso in autonomia e la Valle d’Aosta rischia

ZONA ROSSA

Questa è una anticipazione delle limitazioni per la zona rossa fatta da Repubblica, e si vede che  in questa fascia saranno aperte solo le industrie e le scuole fino alla prima media.

• Didattica a distanza dalla seconda media 
Per le regioni nella situazione peggiore il governo prevede di fare lezioni a casa anche agli alunni di seconde e terze medie, oltre a quelli che frequentano le superiori.

• Stop alle attività economiche non essenziali 
Resteranno chiusi tutti gli esercizi commerciali, compresi quelli che offrono servizi alla persona come parrucchieri ed estetisti. Restano invece aperti i servizi essenziali. Sotto questo aspetto quindi la situazione sarà identica a quella del lockdown di marzo e aprile.

• Attività industriali 
Il piano del governo è mantenere aperte le attività industriali, per non dare un colpo troppo grande all’economia della regione.

• Spostamenti con autocertificazione
È un punto dibattuto nel governo. Il ministro alla Salute Speranza la vuole per giustificare le ragioni dell’uscita di casa durante il giorno (la sera sarà necessaria in tutta Italia), per impegni di lavoro, salute, per accompagnare i figli a scuola. Conte non è convinto, vuole che si possa circolare liberamente.

ZONA ARANCIONE

Nella zona arancione probabilmente rientreranno Puglia, Liguria e Campania. Repubblica scrive che sono in bilico anche Veneto e Sicilia. Nelle regioni comprese in questa fascia, oltre le regole nazionali previste per tutti, potrebbe esserci  anche la chiusura di bar e ristoranti. Ecco il prospetto di Repubblica.

• Bar e ristoranti
In queste regioni, la differenza principale rispetto a quelle interessate dalle misure generali, valide per chi rischia di meno, ci sarebbe la chiusura di bar e ristoranti.

• Salvi parrucchieri e centri estetici
Per  le categorie  dei parrucchieri e centri estetici, cioè dei servizi alla persona, c’è stato un vivace dibattito. Nelle regioni che si trovano nella seconda fascia di rischio  sembrava dovesse  prevalere l’ipotesi di chiuderli, ma alla fine si è deciso di non interrompere la loro attività.

• Tutte le altre misure 
Nelle zone arancione valgono poi tutte le misure previste nelle zone verdi, da quelle sul trasporto pubblico, alla didattica a distanza riservata agli alunni delle superiori, dallo stop ai musei al coprifuoco che inizia dalle 21.

ZONA VERDE

E infine c’è la zona verde, che vale in tutta Italia. È previsto meno shopping nei weekend, musei chiusi e trasporti più vuoti.

• Centri commerciali chiusi nel week-end 
Stop allo shopping nei centri commerciali nel fine settimana. È previsto come misura minima in tutte le regioni. 

• Tutti in casa dalle 21 
Dopo un lungo braccio di ferro sugli orari, dovrebbe uscire una mediazione che fissa alle 21 di sera il divieto di uscire di casa per gli italiani, salvo ovviamente motivi di salute o lavoro. 

• Studenti delle superiori a casa 
La didattica a distanza sarà attiva al 100% nelle scuole superiori perché la circolazione del virus è molto maggiore tra i ragazzi che hanno dai 14 ai 19 anni rispetto ai più piccoli. 

• Trasporto pubblico locale dimezzato 
Si torna al 50% su bus, metro e treni regionali, come aveva chiesto il Comitato tecnico scientifico quest’estate. I trasporti sono considerati un luogo a rischio.

• Si fermano anche i musei 
L’ultimo baluardo della cultura, i musei, cede dopo le chiusure di cinema, teatri e sale da concerto.