“Questo vecchio sarei io?”: l’ironia di Messina Denaro sui suoi identikit, ed il suo amore per la figlia

Gli appunti scritti da Messina Denaro in un diario trovato in un covo, sono come il racconto della sua vita. Seguiva la figlia da lontano

matteo messina denaro

In un diario destinato alla figlia naturale Lorenza, riconosciuta solo poco prima di morire, ci sono tanti appunti di Matteo Messina Denaro che, messi uno dietro l’altro, sono come un racconto della sua vita. Intanto viene fuori un dettaglio inquietante: ricercato dal 1993, fin dal 1996 il boss avrebbe avuto come base Campobello di Mazara, il paese in cui è stato trovato l’ultimo suo covo. Da lì si spostava in mezza Italia. Inoltre, secondo quanto ha lasciato scritto in uno dei suoi tanti diari, già nel 2016 avrebbe avuto già modo di vedere la figlia, avuta il 17 novembre 1996 dalla sua relazione con Franca Alagna. E che sicuramente ha amato tanto.

L’incontro in incognito con la figlia

In alcune pagine Messina Denaro tra le altre cose svela che si sarebbe trovato accanto alla figlia in più occasioni. Infatti appuntava; «Lorenza oggi ti ho conosciuta alle ore 18.40 di venerdì 8 aprile 2016. Ti ho incontrata non era mai accaduto che ti incontrassi così ho deciso di seguirti. Vedevo tutto ciò da posteggiato a 30 metri, sono sceso dall’auto per venirti a passare accanto, se allungavo il braccio ti toccavo. Tu non ti sei accorta di nulla il sangue non ti ha chiamata. Neanche “quella” mi ha riconosciuta, per quella intendo tua mamma. lo mi sono coperto il viso”.

I diari, che il boss chiama libricini, sono il racconto della sua vita destinato alla figlia. “Vorrei che ti ricordassi di me. Se tu ti ricordassi di me non importerebbe nulla neanche se tutti gli altri mi dimesticassero”. Ed ancora: “Le volevo raccontare la mia vita… Lo desideravo, per dirle senza filtri quel che mi era successo. Deciderà lei se leggerlo o bruciarlo”.

L’ironia sugli identikit

Tra un viaggio e l’altro il boss scriveva molto, annotava ogni cosa, quasi in forma maniacale.
Ed ha commentato sarcasticamente anche gli identikit dedicatigli, sfottendo le forze dell’ordine che gli davano la caccia. Si prendeva gioco delle foto fatte realizzare dagli inquirenti, che secondo lui nulla avevano a che vedere con il suo vero volto. «Quel vecchio sarei io? Queste foto sono state fatte nel 2006. Nello stesso preciso periodo hanno fatto un identikit su me dove sembrava avessi 85 anni e 5 mesi”.

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