Privacy e vicini di casa | nuove regole per chi ha le videocamere; cosa puoi fare davvero

Privacy nei condomini - fonte pexels - palermolive.it

Videosorveglianza condominiale, attenzione alle nuove regole: trasparenza e proporzionalità sono i principi guida

Le Linee Guida del Garante Privacy del 10 aprile 2025 ridefiniscono il quadro della videosorveglianza condominiale, bilanciando sicurezza e tutela dei dati personali. L’obiettivo è chiaro: non più improvvisazione, ma regole precise basate su trasparenza, proporzionalità e responsabilità documentata. Gli amministratori e i condomini devono oggi gestire gli impianti con criteri professionali e documentabili, rendendo ogni intervento non solo tecnico, ma anche giuridico.

Secondo le nuove Linee Guida, la protezione dei dati non può più affidarsi al buon senso. La videosorveglianza deve seguire il principio di minimizzazione, inquadrando solo ciò che è necessario e evitando aree private o non pertinenti. I cartelli informativi diventano obbligatori, leggibili e accessibili, mentre l’uso di tecnologie avanzate come analisi automatica o controllo accessi richiede una valutazione preventiva d’impatto.

Un punto fondamentale riguarda la delibera assembleare specifica per l’installazione di telecamere. Il condominio, rappresentato dall’amministratore, è il titolare del trattamento dei dati. Ciò significa che ogni decisione deve essere formalizzata, documentata e comunicata a tutti i residenti, evitando conflitti tra privacy e sicurezza. La formalizzazione garantisce la legittimità delle riprese e tutela l’operato dell’amministratore.

Le Linee Guida stabiliscono tempi di conservazione limitati, generalmente 24–48 ore, e introducono l’obbligo di redigere un Registro dei trattamenti. Questo registro documenta ogni attività relativa ai dati: finalità, tempi di conservazione, soggetti autorizzati, fornitori esterni e misure adottate. Anche i condomìni di piccole dimensioni sono invitati a predisporre il registro, rendendo la gestione della privacy trasparente e verificabile.

Ruolo centrale dell’amministratore

L’amministratore emerge come figura chiave nella gestione della privacy condominiale. Deve possedere competenze giuridiche, tecniche e organizzative, aggiornandosi continuamente attraverso percorsi formativi certificati. La gestione della videosorveglianza diventa parte integrante della buona amministrazione, con responsabilità precise e possibilità di dimostrare l’adempimento degli obblighi normativi.

Il Garante chiarisce anche il caso del condomino che installa autonomamente una telecamera. La ripresa è lecita solo se limitata a spazi di esclusiva pertinenza. Se l’inquadratura riguarda aree comuni, il condomino diventa titolare del trattamento e deve rispettare gli obblighi GDPR: informativa, tempi di conservazione brevi e eventuale registrazione nel Registro dei trattamenti. In caso contrario, rischia sanzioni amministrative e responsabilità civili e penali.

Videosorveglianza nei condomini – fonte pexels – palermolive.it

Vigilanza e adeguamento

L’amministratore ha il compito di vigilare sulle installazioni, intervenendo in caso di dispositivi non conformi. È raccomandato che regolamenti e delibere definiscano procedure autorizzative, limiti e sanzioni interne per l’uso improprio della videosorveglianza. Questa vigilanza garantisce un equilibrio tra sicurezza e diritti dei condomini, prevenendo conflitti e abusi.

Le Linee Guida del 2025 segnano un cambiamento significativo: la videosorveglianza non è più solo una questione tecnica, ma un processo complesso e documentato. La trasparenza diventa uno strumento di fiducia reciproca, e la sicurezza si concilia con la libertà individuale. Il condominio diventa così una comunità più consapevole, con un amministratore formato e capace di garantire il rispetto della normativa e dei diritti di tutti i residenti.