Plasmon combatte la denatalità presentando “Adamo”, l’ultimo bambino dell’Italia nascerà nel 2050

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La Plasmon, azienda di punta nel settore neonatale, ci racconta come sarà il nostro paese nel 2050: un’Italia senza bambini. Un progetto provocatorio che mette in mostra la tendenza, sempre più preoccupante, della denatalità.

“Adamo”, la Plasmon ci presenta l’ultimo bambino che nascerà in Italia

“Adamo” è il cortometraggio ideato dall’azienda pioniera dei prodotti infantili, che racconta la nascita dell’ultimo bambino che nascerà in Italia, per l’appunto Adamo. Un bambino che cresce in un mondo senza i suoi simili, senza fratelli o sorelle, senza qualcuno con cui giocare e scoprire il mondo. Il racconto viene portato avanti dalle persone che si occuperanno della vita del bambini, i genitori, l’ostetrica, la maestra e tante altre.

Nel cortometraggio, Alessandro Rosina, demografo, ci spiega cosa è successo e quanto questo scenario ipotetico abbia effettive probabilità di verificarsi.

“Se le nascite in Italia proseguissero il percorso di diminuzione con il ritmo osservato nel decennio scorso ci troveremmo a entrare nella seconda metà di questo secolo con reparti di maternità del tutto vuoti. – poi prosegue –  Lo scenario di zero nati nel 2050 difficilmente verrà effettivamente osservato le dinamiche reali sono più complesse di una semplice estrapolazione, ma i dati ci dicono che alto (oltre il livello di guardia) è diventato il rischio di un processo di declino continuo della natalità”.

La ministra Roccella: “Per contrastare la denatalità dobbiamo creare un ambiente lavorativo favorevole per le donne”

Plasmon, in collaborazione con Fondazione per la Natalità, ha presentato il Progetto Adamo. Il programma si pone l’obiettivo di costruire una piattaforma aperta che metta in contatto i rappresentati della sfera pubblica e privata a sostegno della genitorialità.

La ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Roccella sostiene che per invertire questa tendenza di denatalità è necessario intervenire nell’ambito lavorativo: “Non si può pensare di contrastare la crisi demografica senza creare un ambiente lavorativo favorevole e accogliente per le donne”.

La ministra spiega come il governo si stia muovendo su una serie di misure di accompagnamento, una rete di servizi capillari, un welfare di prossimità che è anche un investimento sul futuro, un codice deontologico per le imprese. Per farlo conclude Roccella: “Servirà “un’alleanza vasta, che insieme alle istituzioni coinvolga aziende, enti locali, no profit, corpi intermedi”.

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