Pirati, giungle, tesori. Il fascino dell’esotico fa breccia nel gaming

Gaming

Prima iniziarono i libri, ambientati nei paesi più lontani, con animali fantastici e personaggi dai contorni quasi magici. Poi fu la volta della musica, con opere liriche che guardavano al mondo arabo, a quello ispanico, oppure afroamericano. Un ruolo importante ce l’ha la pittura, basti pensare ai quadri di Gauguin o a quelli degli orientalisti, per non parlare poi del cinema. Eppureil fascio dell’esotismo, dei mondi distanti, delle culture e dei paesaggi che non si conoscono, non finisce qui.

Oggi infatti è il gaming a portare avanti questa tradizione e a sfruttare una passione che è tipicamente umana: quella del viaggiare stando fermi.

Tra videogame e slot, un viaggio verso mondi sconosciuti

Lasciamo per un attimo il genere sportivo e quello automobilistico, magari anche quello fantascientifico per ovvie ragioni, e proviamo a fare una domanda: quali sono i videogame più belli di sempre? Di certo, tra questi proposti da GQItalia, troveremo titoli ambientati in mondi lontani, in culture diverse, tra le foglie di una vegetazione esotica, aldilà dell’oceano o del mare. Rispondono a questa tipologia i vari Assassin’s Creed, che esplorano non solo paesaggi diversi ma anche epoche diverse, così come Age of Empires, che cura con attenzione ogni aspetto della resa grafica: alberi, architettura, modi di vestire, parole, armi.

A scommettere su questo binomio tra gaming ed esotismo, negli ultimi anni è stato anche il gambling, il comparto del gioco pubblico e legale. L’ultimo nome che si può fare in questo senso è la slot machine online Pirots, lanciata lo scorso anno dalla casa di produzione ELK Studios. Stiamo parlando di un vero e proprio successo della filiera, con pirati, vascelli, mare aperto, tesori da scoprire e nemici da sconfiggere a fare da contorno ai tradizionali funzionamenti delle slot.

Il segreto del loro successo

Come dicevamo in apertura, il fascino delle foreste tropicali e dei vasti deserti, oppure i templi antichi, le vie di un paese mai visto, le alture più inaccessibili, creano negli occhi del giocatore una tensione di scoperta e di esplorazione. Con i videogame di oggi, insomma, si ripete quello che succedeva  con gli Impressionistinell’Ottocento quando portavano sulla tela le ceramiche giapponesi, gli uomini e le donne di qualche isola remota del Pacifico, i modi di vestire di qualche tribù africana. Succede la stessa cosa che accadeva con la musica, che replicava ritmi e melodie di chissà quale parte del mondo.

Con il gaming di oggi, insomma, si torna a dare risposta a una tensione tipicamente umana: quella della conoscenza, dell’esplorazione. Un fascino dell’ignoto e del lontano che trova una nuova declinazione tra slot machine e videogame.