Un patto educativo per la formazione e la prevenzione della violenza tra i giovani, la sintesi di mesi di lavoro in un tavolo comune che ha visto impegnati l’Arcidiocesi di Monreale, la Compagnia di Monreale dell’Arma dei Carabinieri, l’Asp di Palermo, il Comune di Monreale, la Guardia di Finanza, le Istituzioni scolastiche di Monreale, l’Osservatorio di Area Distretto 11 Bis “Piera Autovino per la prevenzione dei fenomeni di dispersione scolastica” e il Siap – sindacato italiano della Polizia di Stato.
Un’iniziativa fortemente voluta dall’Arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi, da quasi un anno al lavoro con il suo staff di esperti per attuare azioni di sostegno e di promozione della cultura della legalità e per contrastare fenomeni di violenza sempre più dilaganti. Ben prima dei recenti fatti di cronaca che hanno colpito Palermo e Monreale e che ancor di più hanno evidenziato che ciò che appariva come un problema è diventato una vera e propria emergenza.
“Non si tratta di fenomeni che riguardano soltanto la nostra comunità – sottolinea Mons. Isacchi – e questa considerazione costituisce un’aggravante perché significa che esiste in tutto il Paese un malessere diffuso che riguarda i giovani e il loro processo di crescita, ma anche la capacità della società di accompagnarli verso atteggiamenti consapevoli. Ecco perché gli aspetti culturali devono costituire momenti fondamentali affinché i giovani diventino la parte sana e attiva delle nostre comunità. Per tali motivi abbiamo pensato di creare un parterre istituzionale in grado di abbracciare i vari aspetti del sociale e costruire strumenti adeguati per contrastare quella che oggi può essere veramente considerata una emergenza sociale”.
La premessa che introduce i capitoli del Patto prende in esame le varie facce del problema: dal bullismo e cyberbullismo, alla diffusione di massa di droghe – e soprattutto del crack -, dalla violenza del linguaggio alle diverse forme di abuso che i giovani talvolta subiscono all’interno delle famiglie e nei luoghi di aggregazione.
Il rischio – viene evidenziato nel Patto – è che ci si abitui alla violenza diffusa e si agisca solamente in termini di repressione. Ecco perché il proposito è di mettere in atto azioni di carattere culturale a scopi di prevenzione, utilizzando autorevolezza e competenze di tutti i partner, al fine di marginalizzare ogni fenomeno di violenza e di devianza giovanile e rafforzando, nel contempo, la rete educativa territoriale. Ciò anche per promuovere percorsi di formazione indirizzati verso la cultura della legalità e intervenendo, in casi di disagio, anche in termini di supporto psicologico e formativo ai minori, ai docenti e alle famiglie.
“Il Patto Educativo – dice Alberto Arcidiacono, sindaco di Monreale- rappresenta un passaggio fondamentale nella costruzione di una comunità coesa e responsabile, capace di prendersi cura dei propri giovani. Attraverso la collaborazione tra istituzioni civili, religiose, scolastiche e le Forze dell’Ordine intendiamo rafforzare la rete educativa del territorio e promuovere azioni condivise di prevenzione, formazione e sostegno. Solo unendo le competenze e l’impegno di tutti possiamo garantire alle nuove generazioni un futuro fondato sulla legalità”.
“Una alleanza tra Istituzioni – dice Antonio Levita, direttore sanitario di Asp Palermo – per rispondere in maniera appropriata ai bisogni educativi del territorio. L’Azienda Sanitaria collaborerà attraverso le sue articolazioni e i suoi professionisti per la realizzazione degli obiettivi. Un impegno etico e programmatico per rispondere concretamente anche alla logica della violenza amplificata dai social network”.
Sostegno totale all’iniziativa da parte dell’Arma dei Carabinieri che aderisce al Patto “con profonda convinzione per la tutela delle nuove generazioni. Questo impegno si radica nella consolidata azione di promozione della cultura della legalità da sempre realizzata dall’Arma all’interno delle scuole. Un contributo concreto per arginare la povertà di valori e di relazioni che talvolta alimenta le devianze giovanili”.
E con eguale determinazione partecipa al Patto anche la Guardia di Finanza: “Rappresenta l’occasione per diffondere anche il concetta di sicurezza, non solo fisica e personale, ma anche economica e finanziaria, nella convinzione che una società giusta non possa prescindere dal rispetto delle regole poste nell’interesse di una collettività”. Per i Dirigenti delle Istituzioni Scolastiche coinvolte “il Patto Educativo rappresenta un’alleanza strategica tra istituzioni, scuola e comunità per contrastare con determinazione ogni forma di violenza giovanile”.
Il Patto, in questa prima fase sperimentale, avrà la sua applicazione nell’anno scolastico 2025/26 ed è rinnovabile per i due anni successivi. Dopo l’insediamento dei tavoli di lavoro, sono previste la progettazione di concorsi di carattere multimediale riservato agli studenti, attività formative e di laboratorio e spazi di ascolto nelle scuole. Iniziative di formazione sono contemporaneamente strutturate per docenti, personale educativo e per le famiglie, in un percorso di sensibilizzazione ritenuto fondamentale tanto quanto gli incontri periodici con esponenti delle Forze dell’Ordine.
Il coordinamento del progetto è affidato all’Arcidiocesi di Monreale, mentre sarà il Comune di Monreale a mettere a disposizione le necessarie risorse economiche e i luoghi pubblici che saranno utilizzati nel percorso di formazione.
Di seguito l’elenco delle scuole di Monreale che hanno aderito all’iniziativa: