A Palermo per avere la spesa gratis occorreva pagare 50 euro, accertamenti su un’associazione

Il contributo si poteva pagare anche a rate: 20 euro alla presentazione della domanda ed il resto in tre rate

Da tempo circolava la voce che i poveri dovevano pagare un ‘contributo’ di cinquanta euro per avere gratis il pacco con la spesa. Alla fine qualcuno ha deciso di parlare ed ha segnalato il caso paradossale al Giornale di Sicilia. Una cronista, Anna Cane, ha deciso di mettersi in moto, ed ha raccolto testimonianze dirette anche dai bisognosi cha hanno subìto le richieste avanzate dai responsabili dell’associazione ‘Le ali della libertà’. Inoltre il quotidiano ha informato del caso il Banco Alimentare’ che, dopo avere raccolto la segnalazione,  ha avviato una sua “istruttoria” inviando al suo affiliato una lettera di contestazione con convocazione urgente dei responsabili del centro de ‘Le ali della libertà’ di via Bergamotto, a Tommaso Natale. Possibili le sanzioni, che possono arrivare anche alla sospensione ed alla revoca della convenzione.

Pagamento anche a ‘rate’

Occorre chiarire che gli aventi diritto devono essere aiutate gratuitamente, come previsto dal regolamento, senza pagare alcun ‘dazio’, cosa che la generalità delle associazioni e degli enti affiliati al Banco Alimentare fanno, aiutando tante famiglie bisognose in maniera del tutto gratuita e disinteressata. Tranne questa di Tommaso Natale, che alla presentazione dell’iscrizione e del modello Isee attestante lo stato di bisogno, avrebbe chiesto a tutti il “contributo” (obbligatorio) di 50 euro. Volendo anche a ‘rate’: una prima di 20 euro subito, il resto anche divisibile in tre mesi, a 10 euro alla volta. Alla giornalista che si è recata a Tommaso Natale, nella sede dell’affiliato, per chiedere chiarimenti la responsabile ha risposto che i 50 euro richiesti rappresentano per l’associazione un aiuto necessario per il ‘un sostentamento‘ e per per la gestione dei locali. Quindi affitto bollette ed altro.

Le conferme di alcuni interessati, e l’intervento del ‘Banco Alimentare

Inoltre la cronista ha anche ascoltato alcune persone che hanno confermato questo andazzo.  “Siamo obbligati a pagare”, ha affermato una testimone confermando che sta raccogliendo gli ultimi 20 euro per saldare il suo ‘debito”. Rammaricandosi che alcuni suoi parenti di altri quartieri non pagano nulla. Un’altra testimonianza viene da una mamma di tre figli. Sa che questo ‘pizzo’, come lo chiama, non è dovuto. Però non ha un suo mezzo per spostasi, e quindi non può andare allo Zen o alla chiesa di Partanna, dove invece non viene chiesto nulla in cambio.

Le responsabili del Banco Alimentare Sicilia occidentale confermano: “Non bisogna pagare assolutamente nulla. Deve essere dato tutto a titolo gratuito. Le strutture convenzionate con noi non devono chiedere alcun contributo. Le associazioni e le parrocchie sono il nostro gancio con il territorio. Sono loro ad avere il rapporto diretto con le persone indigenti e noi dobbiamo poterci fidare. Quando sottoscrivono con noi l’accordo, sanno perfettamente che la distribuzione deve essere a titolo gratuito. Abbiamo già inviato una lettera di contestazione all’associazione di Tommaso Natale”.