Maria Concetta Riina, figlia del capo dei capi di Cosa nostra Totò, si è consegnata alla Stazione dei Carabinieri Villagrazia di Palermo dopo che giovedì sera la Cassazione ha rigettato il ricorso del suo avvocato, Francesco Olivieri.
La maggiore delle figlie del capomafia è accusata dalla Procura di Firenze di estorsione aggravata per aver minacciato due imprenditori in Toscana chiedendo loro denaro. Il gip rigettò la richiesta di misura cautelare avanzata dai pm, ma Dda di Firenze fece ricorso ottenendo l’arresto dal tribunale del Riesame. Contro la decisione dei giudici, il legale della donna presentò impugnazione in Cassazione. Adesso il rigetto del ricorso che rende esecutiva la misura.
“Noi siamo sempre gli stessi di un tempo, le persone non cambiano”, avrebbe detto con velata minaccia la figlia maggiore di Riina a un industriale di Siena a cui sarebbe riuscito a portare via una cesta di generi alimentari di 45 chili del valore di 350 euro e 1.000 euro. Invece, non sarebbero andate a buon fine le richieste a un imprenditore del Pisano. L’indagine coinvolgeva anche il marito della Riina che è già detenuto per una truffa.