Palermo, disabile lasciato senza assistenza e con sfratto esecutivo: la storia di Cosimo

“Non ho soldi, non ho da mangiare, non ho una casa, non mi resta che morire”, racconta Cosimo Pone

Abbandonato, senza assistenza e con uno sfratto esecutivo. Questa è la drammatica storia di Cosimo Pone, 62enne che vive a Monreale, in provincia di Palermo. 

La storia di Cosimo

A Cosimo, di origini pugliesi, nel 2018 viene amputata la gamba dopo un’intervento chirurgico all’Ospedale Civico di Palermo. In un’ intervista a Teleone, racconta le sue disavventure ospedaliere e le denunce mediatiche avanzate per aver contratto anche un batterio da sala operatoria. Ex perito agrario, Cosimo fa fatica a parlare tra un colpo di tosse e respiri profondi. Ha un enfisema polmonare, diabetico, cardiopatico, senza una gamba, destinato a rimanere a letto per il resto della sua vita.

Il dramma della sua famiglia

Non solo i dolori fisici accompagnano la vita di Cosimo, con la morte della moglie a maggio scorso e otto mesi dopo anche la morte del figlio, malato di fibrosi cistica con trapianto bipolmonare, sopravvive in una condizione di abbandono, povertà e solitudine. Tiene le ceneri della moglie e del figlio sul comodino tra le medicine e le foto di qualche santo. Per sentirsi meno solo dialoga con il loro ricordo, così le sue giornate diventano più sopportabili. Anche l’altro figlio, Angelo, anche lui è malato di cuore, ha lasciato le scuole fermandosi alla terza media per assistere suo padre, sua madre e suo fratello, tutti e tre con gravi patologie, nonostante i suoi problemi cardiologici.

Il silenzio delle associazioni e gli ostacoli della burocrazia

Alle numerose richieste di aiuto, Cosimo, ha quasi sempre trovato dall’altra parte un silenzio assordante. Racconta di aver bussato alla porta di numerose associazioni, persino una suora non ha accolto la richiesta di aiuto della famiglia Pone. Così per un periodo della loro vita, si sono ritrovati a bivaccare nel pronto soccorso dell’ospedale, non avendo più risorse economiche per le eccessive spese sostenute per le malattie di tutta la famiglia. Denuncia nella lunga intervista rilasciata a Teleone, l’inefficacia dei servizi sociali di Monreale, che a loro volta, lamentano la scarsa collaborazione di Cosimo nel produrre la documentazione necessaria per accedere ad alcuni servizi. Quando la burocrazia rende difficile la vita delle persone, allora forse sarebbe il caso di alzare lo sguardo oltre i fogli protocollati e guardare negli occhi le persone, per capirne le reali esigenze.

Lo sfratto esecutivo

Cosimo non può neanche usare il trasporto pubblico, perché come lui stesso dichiara, la maggior parte degli autobus sui quali ha tentato di salire erano sprovvisti di pedane per disabili, funzionanti. Così è costretto a chiamare un servizio privato, per recarsi in ospedale per le visite necessarie, per andare in posta a ritirare la pensione o per qualsiasi necessità (anche per produrre la documentazione tanto richiesta dai servizi sociali), e trentacinque euro l’ora non sono sostenibili per le sue condizioni economiche. Ha uno sfratto esecutivo in corso, e fra qualche giorno sarà costretto a lasciare la casa in cui vive con il figlio Angelo. “Mi sento sporco dalla testa ai piedi, i servizi sociali non mi mandano più neanche l’oss, che veniva quantomeno a pulirmi, non ho nessuno, non ho soldi, non ho da mangiare, non ho una casa, non mi resta che morire. Come faccio a lasciare mio figlio da solo nelle sue condizioni? – continua – salvate almeno mio figlio, la mia vita è finita”.

Foto Teleone

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