Orlando si sbraccia e rimuove gli ingombranti: l’emblema di un fallimento

Lo show del sindaco mentre la città affoga nei rifiuti

L’iniziativa del sindaco di Palermo, mettersi a raccogliere gli ingombranti abbandonati in città da qualche incivile, vorrebbe avere un valore simbolico: vorrebbe testimoniare la decisione con cui il Comune vuol contrastare un fenomeno che contribuisce a rendere sporche le strade. Invece, è piuttosto la dimostrazione di un fallimento. Perché, nonostante tutto, questo malcostume, dopo anni, non è mai stato sconfitto. E, se deve scendere in strada il sindaco, in giacca e cravatta, vuol dire che qualcosa non va.

Leoluca Orlando, da qualche mese, ha avviato un’offensiva mediatica e social che lo vede assoluto protagonista, quasi un taumaturgo che, da solo, riesce a sanare le ferite aperte sul corpo di una città martoriata da troppi virus e, dobbiamo dirlo, da una equipe medica inadeguata, spesso inerte e, altrettanto spesso, responsabile di scelte sbagliate. Il sindaco, poi, è un mago della comunicazione, uno che sa benissimo accendere i riflettori su di sè. Una svolta populista, in un certo senso, un De Luca più raffinato, ma il metodo è lo stesso: il sindaco di Messina inseguiva chi violava le misure anticovid col drone, lui espone i presunti sporcaccioni alla gogna social, esibendoli allo spregio pubblico senza possibilità di difesa, dando in pasto alla giuria popolare, indignata per lo stato dell’igiene pubblica, delle immagini che potrebbero dire tutto e il suo contrario.

I sindaci che raccolgono i rifiuti, che puliscono le spiagge, che fanno le multe, oltre a cercare popolarità e consenso a basso costo, testimoniano l’incapacità di garantire quei servizi con le vie ordinarie. Il sindaco non sta in strada o in spiaggia, se non per parlare coi concittadini, per ascoltarli, per confrontarsi. Altrimenti, sta in ufficio a risolvere i problemi, a mettere le persone giuste nei posti giusti, a vigilare perché la macchina burocratica non sia imballata dai corrotti. Se non è capace, fa propaganda: fumo negli occhi dei meno attenti. Palermo è sporca quanto mai e non soltanto per colpa degli incivili sui quali Orlando si affatica di concentrare la nostra attenzione. Ma non sono loro a non svuotare per giorni i cassonetti, a non riuscire a far funzionare la differenziata, a far crescere foreste di cespugli che deturpano o distruggono i marciapiedi, rendendoli talvolta impraticabili.

Il sistema, insomma, non funziona e non soltanto per i rifiuti. È una città ad essere in ginocchio e qualcuno, dopo aver votato contro la sfiducia a Sala delle lapidi, se ne sta rendendo conto anche nella maggioranza. Al di là delle sceneggiate a beneficio di telecamere e social servono provvedimenti concreti che continuano a non vedersi.