No all’estradizione per un ucraino residente in Italia, i giudici: “Rischia di andare in guerra”

La decisione della Corte d’appello di Napoli

domiciliari

Un eventuale rimpatrio potrebbe esporlo al pericolo di morte, a un trattamento in carcere crudele, disumano e degradante oltre che al rischio di essere forzatamente arruolato. Sulla base di queste motivazioni, l’ottava sezione della Corte di Appello di Napoli ha rigettato la richiesta di estradizione per un cittadino ucraino di 32 anni, residente in Italia, accusato di guida in stato di ebbrezza, omissione di soccorso e lesioni gravissime. Il tutto ai danni di un pedone investito il 25 agosto del 2012.

No all’estradizione per un cittadino ucraino, la sentenza 

La Procura della Repubblica ucraina presso il Tribunale di Manevychi aveva emesso nei confronti dell’uomo un ordine di arresto immediatamente esecutivo, che lo obbligava a rientrare in patria. I giudici italiani tuttavia hanno accolto le tesi dell’avvocato Fabrizio De Maio, ritenendole fondate.

“Una situazione gravissima e attuale, che tende a inasprirsi di pari passo con l’incalzare degli eventi bellici” , scrivono i giudici napoletani in merito alla guerra in atto tra Russia e Ucraina, “rispetto alla quale nessuna argomentazione di segno contrario è stata rappresentata dalla parte richiedente (l’Ucraina) da cui possa desumersi, con ragionevole certezza, che (l’imputato) venga tenuto indenne dai pericoli di coinvolgimento forzato nel conflitto in corso”.