Morto per un ascesso a Palermo, Villa Sofia chiamata a rispondere come responsabile civile

ascesso

Il prossimo 30 settembre l’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello, nella persona del direttore generale, è chiamata a costituirsi responsabile civile nel processo penale riguardo il caso caso di Francesco Santoro, l’uomo di 46 anni deceduto all’ospedale Villa Sofia di Palermo il 7 aprile 2023 a seguito di complicazioni dovute a un ascesso.

Il giudice ha accolto la richiesta di citazione del responsabile civile, ovvero l’Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, presentata dai legali della famiglia Santoro, gli avvocati Domenico Cancemi e Rosanna Siino. Il giudice ha decretato la citazione dell’azienda ospedaliera Villa Sofia “affinché – si legge nei documenti – nella qualità di responsabile civile sia posta nelle condizioni di esercitare i propri diritti e difendersi dalla pretesa risarcitoria articolata dalla parte civile di Santoro Anna e Santorio Rosaria invitando il direttore generale dell’azienda ospedaliera a costituirsi nel rispetto di quanto disposto dall’articolo 83 cpp codice di procedura penale”.

Sul caso era stata chiesta l’archiviazione respinta dai giudici nell’udienza che si è tenuta il 20 novembre 2024 confermando il rinvio a giudizio di un medico di 58 anni del reparto di Odontostomatologia del CTO dell’azienda ospedaliera Ospedali Riunti Villa Sofia-Cervello. I legali del dottore, una volta aver avuto respinta la richiesta di non luogo a procedere, avevano deciso di continuare col rito ordinario.

La storia di Francesco Santoro

La vicenda di Francesco Santoro era stata raccontata qualche mese fa a Palermo Live dalla sorella Rosaria che insieme all’altra sorella, Anna e alla madre, Grazia Morici, da più di un anno hanno iniziato la loro battaglia per cercare di dare verità e giustizia alla morte di Francesco.

Tutto ebbe inizio il 22 marzo dello scorso anno quando Santoro, dializzato, si era presentato al pronto soccorso di Villa Sofia. Il medico di turno nel reparto di Odontostomatologia del CTO aveva visitato l’uomo confermando l’ascesso. Disse ai familiari che la cura antibiotica fatta dall’uomo andava bene e di continuarla. Santoro, quindi, fu rimandato a casa.

Dopo due giorni, dal centro dialisi dove andava l’uomo a fare terapia si accorsero che Santoro aveva i globuli bianchi molto alti ed era in shock settico. Ricoverato, intubato ed operato d’urgenza al viso, il 46enne morirà poi il 7 aprile per setticemia.

La reazione della famiglia Santoro

Questo percorso che stiamo affrontando assieme ai miei familiari, è sì un percorso portato avanti in nome di Francesco, affinché sia fatta giustizia, anche se tutto questo non ce lo restituirà“, afferma la sorella Anna a Palermo Live”. Ciò deve essere uno stimolo a tutti i medici affinché affrontino con la massima attenzione e professionalità tutti i casi che gli si presentano, questo perché ogni individuo ha un suo universo fisico e mentale che lo contraddistingue. Francesco è morto per un ascesso mal curato, anzi non curato e sottovalutato, ciò non può essere accettato da nessuno, la negligenza e la scarsa attenzione di un medico non può causare la morte di un uomo. Ecco perché chiediamo giustizia“.

È stato aggiunto un altro piccolissimo e sudato tassello – dice l’altra sorella, Rosaria -, piano piano arriveremo all’obiettivo tanto faticato, dovrà venir fuori il colpevole che ti ha portato alla morte. Chi ha sbagliato dovrà assumersi le sue responsabilità. La mamma, Anna ed io, insieme ai nostri legali Rosanna Siino e Domenico Cancemi che ci sostengono in questa battaglia, ci impegneremo con tutte le nostre forze nell’affrontare tutto questo“.