Tragedia pullman a Mestre, le assicurazioni potrebbero rifiutarsi di pagare i danni ai familiari delle vittime

Un avvocato: “So che è crudele, ma se dovessi seguire questo caso direi alla mia compagnia di non pagare”

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Potrebbe sembrare ancora presto per parlare di questi argomenti, ed invece cominciano a venire ipotesi che prefigurano acerrimi scontri legali per i risarcimenti assicurativi alle vittime dello schianto di Mestre. La tragedia del pullman precipitato dal viadotto il 3 ottobre potrebbe diventare un terreno di scontro legale per i risarcimenti per i 21 morti, tra cui l’autista, ed i 15 feriti. Il Correre della Sera, nella edizione odierna, riporta l’articolo 141 del codice delle assicurazioni che recita: «Salvo l’ipotesi di sinistro cagionato da caso fortuito, il danno subito dal terzo trasportato è risarcito dall’impresa di assicurazione del veicolo». Cioè, spiega il quotidiano, se l’autopsia dovesse confermare il malore del conducente, l’assicurazione del vettore potrebbe essere esonerata dal pagamento dei danni ai famigliari delle vittime ed  ai feriti.

La Linea Spa è assicurata con un massimale di 50 milioni

Inoltre, aggiunge il ‘Corriere’, vi sono anche altre norme che potrebbero ostacolare gli indennizzi. Infatti secondo l’articolo 2051 del codice civile, «ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito». Ma non solo: il 1681 recita, invece, “il vettore risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno”. La colpa invece potrebbe restare, se dovesse emergere che il conducente si fosse messo alla guida sapendo di non stare bene. Ed inoltre se venisse riscontrata una responsabilità relativa al guard rail.

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Nonostante siano ancora tutte ipotesi, ciò che è certo è, che si prefigura un maxi-risarcimento. Massimo Fiorese, amministratore delegato de La Linea Spa, la società proprietaria del bus caduto, ha detto al Corriere: “Noi come società di trasporti ci siamo cautelati e abbiamo un massimale di 50 milioni di euro”. Mentre, sempre al ‘Corriere’, un avvocato che da anni lavora in questo settore e che ovviamente preferisce non esporsi vista la delicatezza del tema, ha affermato: “So che è crudele, ma se dovessi seguire questo caso direi alla compagnia di non pagare”.

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