Lavori a un immobile sulla fascia costiera, il Comune dà il permesso ma poi lo ritira: condannato dal TAR

Il contenzioso con il Comune di Bagheria riguardava l’annullamento di un permesso, rilasciato solo alcune settimane prima, relativamente a un immobile sito nella fascia costiera dei 150 metri di Mongerbino

Il TAR Palermo si pronuncia ancora su immobili siti nella fascia costiera dei 150 metri di Mongerbino. La decisione riguarda l’annullamento nel luglio del 2023 di un permesso (rilasciato solo alcune settimane prima) di costruire per un immobile sito nella fascia costiera dei 150 metri di Mongerbino, richiesto al Comune di Bagheria per la posa di una piscina e per la regolarizzazione di alcune lievi modifiche dell’immobile, rispetto all’originario progetto, apportate durante i lavori di costruzione dell’edificio (prima del 1967).

Il Comune, dopo il rilascio del provvedimento dando atto che le modifiche da regolarizzare erano in effetti lievi, era tornato sui propri passi ritenendo che il provvedimento idoneo per ottenere quanto richiesto non fosse quello rilasciato (un permesso “ordinario”) ma altro analogo (un permesso “in sanatoria”).

I lavori all’immobile e il permesso “ritirato”

Il ricorrente, assistito dagli avvocati Francesco Stallone e Filippo Ficano dello Studio P.MMS LEGAL & PARTNERS, ha vittoriosamente contestato il provvedimento di annullamento innanzi al TAR, il quale – chiamato a pronunciarsi sulla sospensione e ritenendo chiari gli elementi della questione – ha “saltato” la fase cautelare e ha definito immediatamente nel merito la controversia. Il Collegio ha accolto il ricorso dei difensori in particolare facendo propria, tra le censure esposte, quella per cui non è consentito al Comune annullare per vizi esclusivamente formali un provvedimento “sostanzialmente” giusto. Il TAR Palermo ha anche condannato il Comune al pagamento delle spese del giudizio.

Il proprietario dell’immobile nel territorio del Comune di Bagheria, costruito agli inizi degli anni Sessanta, in occasione dell’istruzione della pratica edilizia per ottenere il permesso di costruire la piscina nel terreno di pertinenza del fabbricato, aveva scoperto delle irregolarità edilizie, dovute ad alcune modifiche al progetto originario apportate durante i lavori di costruzione dell’edificio. In particolare, una diversa sagoma planimetrica nonché una diversa configurazione dei prospetti e una diversa sistemazione esterna. Nessuna di tali irregolarità aveva implicato però un aumento di volumetria dell’immobile.

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