Investito e ucciso da uno scooter, lo “zio Totò” con la sua friggitoria era un’istituzione in zona Oreto

Zio Totò

Tanta tristezza e incredulità nella zona di via Oreto per la morte di Salvatore Aliotta, l’uomo di 71 anni investito da uno scooter nella notte tra venerdì e sabato in via Buonriposo e deceduto sabato pomeriggio all’ospedale Civico di Palermo a causa delle gravi ferite riportate. Il 71enne, per gli amici “Zio Totò” era noto nella zona in quanto titolare di un negozio di “street food”. In particolare, erano famosi i suoi panini con la porchetta.

Sui social in tanti hanno voluto ricordare lo “zio Totò” amato per la sua cordialità: ““Era una persona speciale, un grande lavoratore”, ha scritto la cognata su Facebook. “Fratello mio, non riesco ancora a crederci. Mi mancherai tantissimo. Che brutta morte ti hanno fatto fare, una vita spezzata per un incidente. Stavi per scendere dal marciapiede e ti hanno preso in pieno”, scrive sui social la sorella manifestando tutto il suo dolore.

 “Un’icona dello street food. Lo zio Totò era una figura storica della via Oreto, un’istituzione. Gli volevamo tutti bene racconta Francesco -. Un uomo buono, tutto casa e lavoro”. Per molti era un appuntamento passare da “zio Totò”: “Per lui non era un lavoro ma una passione”, sottolinea un altro amico e cliente, Giovanni. “Una persona genuina, d’altri tempi. Siamo tutti molto addolorati per la sua perdita”.

Indagato un minore, rischia l’accusa di omicidio stradale

L’infortunistica Stradale continua le indagini sull’incidente di via Buonriposo. Alla guida dello scooter, risultato senza assicurazione, c’era un diciassettenne rimasto anche lui ferito al volto. Mentre si trovava al pronto soccorso del Civico, il fratello del minore ha colpito con un pugno un medico. Sono intervenuti i carabinieri che lo hanno arrestato. Il ragazzo di 21 anni è accusato di lesioni gravissime e interruzione di pubblico servizio.

Il diciassettenne è stato sottoposto anche agli esami tossicologici per vedere le condizioni psico-fisiche del giovane al momento dell’incidente. Il motociclista rischia l’accusa di omicidio stradale.