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Inchiesta su appalti e concorsi truccati, i movimenti di Cuffaro in un’intercettazione con l’assessore Amata e Caltagirone

Spunta un’intercettazione di una conversazione a casa dell’ex governatore della Regione Siciliana Totò Cuffaro, tra l’ex leader DC, l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata e il manager Alessandro Caltagirone, nell’indagine sul comitato d’affari che gestiva appalti, nomine e concorsi pubblici nella sanità siciliana.

L’intercettazione è contenuta nell’appello contro la decisione del gip che ha rigettato la richiesta di domiciliari per il manager e ha disposto la stessa misura cautelare per Cuffaro. “Infilarlo appunto nella terna… ora Schifani con cui io parlerò; secondo me intanto considerato che si parla di terna e di interlocuzione con un rettore è chiaro che il presidente è quello che ha più peso specifico?” affermava Amata in merito all’inserimento di Caltagirone in una lista di papabili per la guida di un’azienda sanitaria siciliana.

Secondo l’accusa Caltagirone era “più che consapevole e coinvolto nell’intermediazione di Cuffaro, attivata su indicazione di Romano (Saverio Romano, ndr), per permettergli di ottenere la nomina a direttore generale in una delle aziende sanitarie della Regione e che abbia, anzi, perorato unitamente a Cuffaro stesso la propria causa con gli interlocutori politici di riferimento”.

Sia Cuffaro che il coordinatore di Noi Moderati avevano interesse nel sostenere Caltagirone, quindi una strategia comune in base a quanto afferma la Procura. Romano diceva a Cuffaro: “Ma come tu sai, tranne il rapporto con Caltagirone non mi interessa di valorizzare”.

Caltagirone, però, nell’interrogatorio preventivo ha detto di non avere interessi comuni con Cuffaro, ma solo rapporti istituzionali relativamente al suo ruolo di dirigente all’Asp di Siracusa.

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Redazione PL