Incendio Monte Pellegrino, i testimoni: “Il razzo è passato sulle nostre teste”

L’incendio su Monte Pellegrino forse conseguenza di un bengala adoperato per i giochi pirotecnici o di un razzo di segnalazione

Diversi testimoni che abitano in alcune palazzine tra via Bonanno e via Ammiraglio Gustavo Nicastro, proprio ai piedi di Monte Pellegrino, in alcune interviste pubblicate dal Giornale di Sicilia hanno confermato che l’incendio sviluppatosi nella notte di Ferragosto potrebbe essere la conseguenza di un bengala adoperato per i giochi pirotecnici o di un razzo di segnalazione, come quelli che si usano in mare. Un testimone, intervistato, ha detto: “Stavamo cenando nel terrazzo assieme ad alcuni parenti, quando abbiamo sentito tre o quattro forti boati provenire dalle case alle nostre spalle. Qualcuno stava lanciando razzi, non sono in grado di dire se fossero predisposti per i fuochi d’artificio o per qualche altro tipo di situazione, fatto sta che dopo una decina di minuti la montagna era avvolta dalle fiamme. È stato davvero terribile, un inferno”.

“A provocare l’incendio non è stato un razzo sparato dal mare”

Infatti è questa l’ipotesi investigativa sulla quale stanno indagando i carabinieri del nucleo Anticrimine forestale. I militari hanno acquisito foto e video che mostrerebbero il momento in cui sono partiti i razzi proprio dalla zona di via Bonanno. Un fatto è certo. Dietro l’incendio di Monte Pellegrino c’è sicuramente la mano dell’uomo. Resta da capire se la responsabilità è da addebitare ad un piromane oppure se si è trattato di un gesto sconsiderato di qualcuno che ha esagerato durante i festeggiamenti per il Ferragosto. Un ex marittimo residente in via Bonanno ha commentato dicendo: “Il razzo non è certamente arrivato da una barca. Sarebbe impossibile coprire questa distanza dal mare. È probabile che qualcuno lo abbia sparato dal balcone o dal terrazzo di casa, pensando di fare una cosa divertente e invece ha causato un disastro”.

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Incendio Monte Pellegrino, fiamme innescate da razzo sparato contro la montagna