Incendio di Catanzaro, la Procura indaga per omicidio e disastro colposi

La casa in cui viveva precedentemente la famiglia era stata occupata abusivamente. Iniziarono una battaglia per ottenere la casa ora distrutta dall’incendio. Potrebbe essere una ritorsione

La procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo, a carico di ignoti, per omicidio colposo e disastro colposo in seguito all’incendio che, nel quartiere Pistoia di Catanzaro, ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre quattro. Tutti membri della famiglia Corasoniti. La delega di indagine è stata affidata ai carabinieri. Secondo quanto emerge da una prima verifica, effettuata nell’appartamento dai Vigili del Fuoco e da tecnici dell’Italgas, non sarebbe stata una fuga di gas a provocare l’incendio. Un’ipotesi che troverebbe un riscontro anche nel fatto che i vicini di casa delle vittime hanno riferito di non avere udito esplosioni.

È stato un incendio generalizzato

Uno degli operatori dei Vigili del fuoco ha spiegato: «All’interno dell’appartamento si è sviluppato un incendio generalizzato. Questo perché tutte le sostanze combustibili presenti all’interno hanno preso fuoco. Se fosse stato un incendio di propagazione saremmo riusciti a fare un’analisi più rapida ma essendo generalizzato necessita di ulteriori accertamenti che saranno svolti dal Nucleo investigativo antincendio. Essendo stato bruciato tutto nell’abitazione, allo stato non si può capire l’origine del rogo». Da quanto è emerso dal sopralluogo, il sesto piano, quello immediatamente sopra l’appartamento interessato, è stato evacuato, mentre per quello sottostante sono state individuate delle infiltrazioni di acqua ma non ci sono problemi strutturali.

Precedente inquietante

La famiglia Corasoniti, nella casa in cui vivevano precedentemente, nel passato ha subìto minacce e furti. E, addirittura,  un giorno, al rientro da una giornata al mare  hanno trovato l’abitazione  occupata abusivamente. Non sono mai più  riusciti a riaverla,  dopo tante minacce dovettero lasciarla agli occupanti.  Che  non vollero restituire neppure il cagnolino che i Corasoniti avevano lasciato sul balcone.  Dovettero intervenire i vigili del fuoco con una scala per prenderlo. La famiglia da allora ha portato avanti  una battaglia per ottenere una nuova sistemazione, fino ad avere assegnata dopo un po’ di tempo,   la casa in cui si è verificata, due notti fa, la tragedia. Che, non è escluso possa essere anche il risultato di  una ritorsione.  Per questo sono state avviate  le indagini della procura.