Il medico di Messina Denaro va agli arresti domiciliari, ecco perché

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 Il giudice per le indagini preliminari di Palermo Alfredo Montalto ha deciso di concedere gli arresti domiciliari ad Alfonso Tumbarello, il medico di Matteo Messina Denaro arrestato a febbraio perché indagato nell’inchiesta che riguarda la latitanza del boss. Gli avvocati Gioacchino Sbacchi e Giuseppe Pantaleo avevano presentato un’istanza per chiedere i domiciliari puntando sull’età di Tumbarello, ultrasettantenne. La richiesta è stata, quindi, accolta.

Secondo la Procura di Palermo, il medico avrebbe prescritto farmaci e cure per due anni al capomafia; le ricette venivano intestate ad Andrea Bonafede, geometra di 59anni suo assistito che aveva prestato l’identità al boss, sapendo tuttavia che il vero paziente era il padrino trapanese mentre il vero Bonafede era perfettamente sano.

Il medico, tuttavia, nega ogni accusa. Nella sua versione dei fatti riferisce di aver ricevuto una volta in studio il geometra e di avere appreso da lui della patologia al colon. “Non posso essere certo, ma… perché non ricordo perfettamente, ma penso, penso, che almeno inizialmente sia venuto Andrea Bonafede, ‘il pelato’. Penso, non lo posso dare per certo. Mi ha esibito una… il referto di una colonscopia”. Queste le parole del medico davanti al gip dopo l’arresto per concorso esterno in associazione mafiosa e falso.

Le parole del dottor Tumbarello al gip

L’interrogatorio reso al giudice è stato depositato davanti al tribunale del Riesame. Il dottor Tumbarello ha raccontato di aver consegnato al cugino e omonimo di Bonafede le prescrizioni necessarie alle cure per il tumore e di non aver più visto il geometra. Una dinamica sulla quale il giudice ha posto delle domande: con quale spiegazione il paziente giustificava l’invio del cugino per ritirare le ricette? “Mi è stata data la spiegazione che [Andrea Bonafede, ndr] non voleva fare sapere niente a nessuno, in special modo ai suoi familiari, della sua patologia, di questa sua patologia importante, e siccome anche gli altri familiari erano pure assistiti miei, non voleva incontrarli nello studio”.

“D’altronde – ha aggiunto il medico – il segreto professionale è la base principale della serietà professionale”. Dunque, dopo aver visto la diagnosi di cancro, Tumbarello per due anni avrebbe seguito Bonafede a distanza, senza visitarlo; gli avrebbe prescritto esami e farmaci “sulla base delle indicazioni di uno specialista oncologo che mi richiedeva di fare degli altri accertamenti”.  

“Ma non chiedeva a Bonafede di venire allo studio?”, chiede il gip. “Io l’ho sollecitato diverse volte, così come l’ha sollecitato diverse volte la mia segretaria, ma le risposte erano sempre le stesse. ‘Non vuole fare sapere niente a nessuno, specialmente ai familiari, di questa patologia’”.

“Messina Denaro? Mai avuto contatti con lui”

Il medico ha affermato nell’interrogatorio di febbraio di “non aver mai avuto contatti, né diretti né indiretti, né professionali né personali, con questo soggetto che è stato identificato come Messina Denaro Matteo. Oltretutto, le ripeto, signor giudice, io per questi tre anni che c’è stato… ho condotto una vita monacale, casa e lavoro, senza alcuna frequentazione in giro per Campobello, nella maniera più assoluta”.

Il medico ha infine ammesso di aver organizzato un incontro tra l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino, poi condannato per traffico di droga, e il fratello di Messina Denaro Salvatore. All’incontro, però, svolto nel suo studio il dottore ha detto di non aver partecipato.

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