Un gioielliere ha ucciso due banditi: «Ho difeso mia moglie e mia figlia»

Sei anni fa il gioielliere e la figlia vennero picchiati e rapinati nel loro negozio: il bottino dei banditi fu di 300.000 euro

È indagato per omicidio colposo ed eccesso di legittima difesa Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour, in provincia di Cuneo, che ha sparato e ucciso due rapinatori, ferendone un terzo. Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Alba e del Nucleo investigativo di Cuneo, mercoledì scorso, intorno alle 18.45, due persone, seguite poi da una terza, sarebbero entrate nella gioielleria Roggero e con un coltello e una pistola avrebbero minacciato di morte il titolare, la moglie e la figlia. La prima colpita con un pugno, la seconda immobilizzata con fascette da elettricista, facendosi consegnare numerosi gioielli. La pistola poi è risultata finta, ma priva del tappo rosso. Sei anni fa il gioielliere e la figlia nel corso di un’altra incursione nel loro negozio vennero picchiati e rapinati da una coppia di sinti: il bottino dei banditi fu di 300.000 euro.

«È MOLTO BRUTTO. MA O IO O LORO»

Sentito dal Tg1, Mario Roggero non sembra pentirsi: «Non provo niente. Mi spiace sia successo un fatto così, è molto brutto, ma o io o loro. Ero nel retrobottega e loro sono entrati, mia moglie era al bancone e ha urlato. Mi sono precipitato lì e sono arrivato vicino alla cassa, dove tengo la pistola. Con la mano sinistra ho aperto la cassa, dove c’era la mia pistola e in un attimo ci siamo trovati io e i rapinatori faccia a faccia con le pistole. A quel punto era o io o loro. Ho dovuto… poi sono scappati». Il gioielliere di Grinzane Cavour, 66 anni, è indagato dalla Procura di Asti per omicidio colposo ed eccesso di legittima difesa, ma per quanto sia «scosso e straziato», resta convinto «di aver fatto quanto necessario per salvare la sua vita e quella dei suoi familiari». Lo riferisce il legale che lo assiste, l’avvocato Stefano Campanello. Mario Roggero, mentre incassa la solidarietà del sindaco e di tutto il suo paese, attende «fiducioso» il corso della giustizia.