Festino di Santa Rosalia, i fischi a Lagalla e il ricordo di Sara Campanella: i momenti salienti della 401esima edizione
Il Festino di Santa Rosalia, edizione 400+1, registra un boom di presenze con circa 350mila persone, secondo le stime diffuse ieri sera dal Comune di Palermo. Come da tradizione, il carro trionfale ha sfilato lungo il Cassaro e per il lungomare del Foro italico, dove i fuochi d’artificio hanno coronato lo spettacolo.
Un carro-teatro ha affiancato quello trionfale, rappresentando il disordine dettato dalla paura della peste. L’artista Simona Malato ha dato voce alla città, alla ricerca di qualcosa che potesse restituire unità e bellezza in luogo di caos e prevaricazione. Nel corso delle varie tappe, si è così tenuto un dialogo con le forze primigenie: c’è la morte, impersonata da Vincenzo Pirrotta a Palazzo dei Normanni, e la vita, Isabella Ragonese alla Cattedrale. Tradizione e innovazione si sono mescolate nel ricorso a videomapping e arte performativa per uno spettacolo senza dubbio suggestivo.
Ai Quattro Canti a pronunciare il tradizionale saluto “Viva Palermo e Santa Rosalia” è stato il sindaco Roberto Lagalla, salito sul carro trionfale. Una parte della folla presente ha applaudito ma non sono mancati fischi e contestazioni. “Ognuno ha i propri pareri sull’amministrazione ma questa città conserva una grande civiltà”, ha detto il primo cittadino.
Il ricordo di Sara Campanella
Quest’anno il Festino si è intrecciato con un recente quanto doloroso ricordo: l’uccisione di Sara Campanella, la 22enne di Misilmeri brutalmente assassinata, lo scorso 31 marzo, a Messina, città dove si trovava per ragioni di studio, da un collega respinto. Nelle parole dell’arcivescovo Corrado Lorefice davanti alla Cattedrale la Santuzza diventa simbolo di tutte le donne, voce “delle vittime di violenza e di femminicidio”. Spazio, quindi, alla lettura di una lettera inviata all’arcivescovo dai parenti della ragazza.
“Ricordare Sara significa celebrare la bellezza della sua anima, la forza del suo esempio e la dolcezza della sua presenza, che lasciava ovunque andasse. I suoi preziosi ideali di amore e rispetto verso sé stessi e verso gli altri sono un inno alla vita, dono prezioso che ci è stato donato e che deve essere apprezzato -scrive la famiglia -. Troppe donne subiscono abusi e violenza, vengono dimenticate col passare dei giorni, quando cala il silenzio su queste tragedie, ma noi non vogliamo che Sara venga dimenticata”. Un momento di ricordo, riflessione e commozione.




“La libertà nasce dal coraggio di seguire la coscienza”
“Nonostante siano passati ben quattro secoli, il messaggio d’amore e di speranza consegnatoci dalla nostra Santa risulta essere attuale e moderno, dando testimonianza a tutte le donne che lottano ancora oggi per la loro dignità e la loro libertà. Santa Rosalia ci insegna che la libertà autentica nasce dal coraggio di seguire la propria coscienza, anche a costo di rompere all’ordine imposto. La sua figura diventa modello per ogni credente, dunque di ognuno che cerca di vivere i propri ideali di giustizia, amore e verità in modo consapevole e libero”, dice l’arcivescovo Lorefice.
“Purtroppo al giorno d’oggi assistiamo ad un dilagare sempre più massiccio della prepotenza, al voler rimanere molto spesso le proprie convinzioni senza considerare l’altro e le conseguenze di tali atteggiamenti a volte degenerano in violenze brutali. Oggi vogliamo ricordare una giovane ragazza, amante della libertà, di quella libertà che non ferisce chi ci sta accanto, che non prevale sull’altro, ma di quella libertà che anzi nasce proprio dalla consapevolezza dei nostri valori, dei propri talenti, spesi al servizio degli altri. Sara Campanella così scriveva, mi amo troppo per stare con chiunque”.
Lorefice prosegue davanti alla folla: “Sara era una giovane donna che come Santa Rosalia credeva nella bontà della natura umana, piena di valori come il rispetto e la solidarietà verso il prossimo, sempre pronta a dare una mano a chiunque avesse bisogno”. L’invocazione alla Santa si estende, quindi, a ricordare tutti i giovani quelli “uccisi dalla droga e quelli che si sono tolti la vita, le loro famiglie torchiate dal dolore. Facci rinnegare ogni forma di violenza e rendici servitori della vita e amanti del bene e della bellezza. Come te e con te servi solo di Dio”.
Foto da Facebook Santa Rosalia di Palermo
