Femminicidio di Giulia Tramontano, Impagnatiello in aula: “Sono stato disumano”

Ha avuto inizio oggi la prima udienza nell’aula della Corte d’Assise di Milano a carico di Alessandro Impagnatiello, l’ex barman accusato di aver ucciso on 37 coltellate la fidanzata Giulia Tramontano, di 29 anni, al settimo mese di gravidanza.

Impagnatiello: “Ero sconvolto e perso, non posso chiedere perdono”

“Sto chiedendo unicamente a tante persone scusa ma non sarà mai abbastanza”, così ha detto Alessandro Impagnatiello nelle dichiarazioni spontanee in aula, nel corso delle quali si sono registrati momenti di tensione. “Sono stato preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da disumanità. Ero sconvolto e perso”, ha aggiunto. 

“Non vivo più”

“Quel giorno ho distrutto il bambino che ero pronto ad accogliere. Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più. Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio e molto di più, non posso chiedere perdono“, conclude Impagnatiello. 

La famiglia di Giulia chiedere l’ergastolo

La famiglia della ragazza chiede che venga condannato all’ergastolo. Chiara Tramontano, sorella di Giulia, mentre Impagnatiello parlava, è uscita dall’aula. Ad ascoltare le sue parole sono rimasti la mamma Loredana e il fratello Mario, in piedi e vicini.

Foto credit Laura Marinaro Giornalista Crime