Prende il via “Fatto in Sicilia – Storie, mani, visioni”, progetto esecutivo promosso dall’Assessorato
regionale alle Attività Produttive e dedicato alla valorizzazione delle produzioni artigianali, industriali e
agroalimentari dell’Isola. L’iniziativa si configura come azione di comunicazione istituzionale della Regione Siciliana e prevede, nel corso del 2025, cinque appuntamenti tematici, ciascuno dedicato a una filiera produttiva di eccellenza.
Il brand “Fatto in Sicilia”, ideato da Francesco Panasci e oggi produttore del progetto attraverso Panastudio, nasce con l’obiettivo di dare identità visiva, narrativa e culturale alla Sicilia che produce: le
mani, i saperi, le imprese e i territori che generano valore reale. Un marchio che non certifica soltanto la provenienza, ma racconta la relazione tra lavoro, territorio e qualità.
Il primo episodio della serie è dedicato ai formaggi storici siciliani: un patrimonio produttivo che affonda le radici nelle prime comunità agro-pastorali dell’isola e che ancora oggi rappresenta un asse simbolico
dell’economia rurale siciliana. Il documentario racconta la filiera dalla mungitura alla stagionatura, il legame tra pascolo e latte, le tecniche tramandate e l’impegno delle aziende familiari che hanno scelto di
continuare questo mestiere.
La narrazione trova poi una testimonianza concreta nel caciocavallo di Godrano, prodotto ai piedi del
Bosco della Ficuzza. Qui la filatura a mano, il pascolo libero e la stagionatura lenta esprimono in modo
esemplare la continuità tra tradizione e innovazione che caratterizza il progetto.
“Fatto in Sicilia è un progetto che nasce da una visione semplice e forte: rendere riconoscibile l’impresa
siciliana – commenta Francesco Panasci -. In oltre venticinque anni di lavoro nella comunicazione e nella
produzione culturale, ho visto quanto sia importante dare un nome e un segno a ciò che la Sicilia crea con le proprie mani. Fatto in Sicilia è un logo identitario, un marchio che racconta il valore, la competenza e la qualità delle nostre aziende. È un modo per dire: questo è il prodotto di una storia, di una comunità, di un territorio. Non è soltanto una firma, ma un riconoscimento, al pari di una DOP o di una DOC, perché certifica un’origine e un’appartenenza reale. Con questo progetto vogliamo mostrare la Sicilia che produce, innova e resta. E lo faremo non soltanto in questa prima sessione, ma anche nel 2026, coinvolgendo tutti gli ambiti dell’impresa siciliana. Fatto in Sicilia è identità visiva, è racconto condiviso, ed è, lasciatemelo dire, anche orgoglio”.
“Fatto in Sicilia rappresenta la nostra visione di sviluppo: dare riconoscibilità all’impresa siciliana e
valorizzarne la qualità, la storia e la capacità di innovare – commenta Edy Tamajo, Assessore Regionale
alle Attività Produttive -. La Sicilia ha un patrimonio produttivo straordinario, fatto di aziende familiari,
filiere territoriali, giovani che restano e imprenditori che investono. Ma questo valore spesso non è
raccontato, non è visibile, non è identificato. Con questo progetto introduciamo un segno distintivo: un brand chiaro, riconoscibile, istituzionale, capace di comunicare ciò che la Sicilia produce con competenza e responsabilità”.
“Fatto in Sicilia non è un marchio celebrativo – prosegue – è uno strumento di politica industriale, che aiuta le imprese a posizionarsi, a raccontarsi e a essere percepite come parte di un sistema economico maturo. Siamo orgogliosi che a idearlo e realizzarlo sia una realtà siciliana come Panastudio, che da oltre
venticinque anni opera nella comunicazione e nella cultura d’impresa. Nei cinque appuntamenti di questa prima sessione valorizzeremo produzioni diverse, ma unite da un elemento comune: il lavoro quotidiano degli imprenditori siciliani, che trasformano territorio e conoscenza in valore economico e sociale. Fatto in Sicilia è tradizione, è innovazione e, soprattutto, è la Sicilia che compete e guarda avanti”.
“La filiera agroalimentare siciliana – dichiara Dario Cartabellotta, Dirigente Generale del Dipartimento
Attività Produttive – non è soltanto un insieme di prodotti tipici: è un sistema di imprese che tiene insieme
territorio, cultura, lavoro e futuro. Dietro ogni formaggio, ogni olio, ogni vino, c’è un paesaggio, una tecnica tramandata, ma anche investimenti, scelte, rischi e responsabilità. Raccontare i formaggi storici siciliani significa raccontare la relazione profonda tra l’uomo e il pascolo, tra l’allevatore e la terra, tra l’impresa e la comunità. Il caciocavallo di Godrano ne è un esempio esemplare: una produzione che nasce dal pascolo aperto e vive grazie a famiglie e aziende che hanno deciso di non abbandonare i territori interni, ma di custodirli e trasformarli in opportunità. Fatto in Sicilia rende visibile questo valore. Mostra che il prodotto non esiste senza l’impresa che lo realizza, senza il territorio che lo sostiene, senza il lavoro che lo sviluppa. La Sicilia cresce quando rafforza le sue imprese, quando crea riconoscibilità e quando sostiene le filiere che generano identità ed economia. Questo progetto va esattamente in questa direzione: valorizzare ciò che siamo, per costruire ciò che saremo. È un percorso che sostiene la tradizione, ma che guarda con decisione all’innovazione. Siamo orgogliosi che a realizzarlo sia una realtà siciliana di eccellenza come Panastudio, portando nel racconto istituzionale una sensibilità autentica e radicata nel territorio”.
Foto da “Fatto in Sicilia”