L’Istituto Superiore “Ignazio e Vincenzo Florio” di Erice esprime sostegno ai popoli martoriati dalle guerre

In segno di vicinanza, gli studenti indosseranno una striscia di tessuto bianco che reca il simbolo universale della pace

L’Istituto Superiore “Ignazio e Vincenzo Florio” di Erice, in provincia di Trapani, è vicino ai popoli martoriati dalle guerre. 
Per questo, in vista del Natale, dal Convitto annesso all’Istituto che sorge a Erice Centro Storico, prende il via un’iniziativa che si propone di diffondere un simbolo di pace da portare sempre con sé, per sperare e per non dimenticare.
E soprattutto per diffondere solidarietà con un’onda umanitaria tra la gente.
Nasce così “L’Onda della pace”, scelta come grido silenzioso per dire basta alle guerre.
Un segnale di vicinanza ai popoli che vivono nel dolore e un gesto di solidarietà  per la tragedia che continuano a subire. 
Crearlo è molto semplice: basta ricavare una striscia di tessuto bianco larga almeno dieci centimetri e lunga circa un metro che si potrà successivamente personalizzare ricreando con un pennarello il simbolo della pace sulle due estremità.
Non resta che indossarlo e portarlo in giro invitando gli altri a fare la stessa cosa.

UN GESTO CHE PARTE DA ERICE E SI RIVOLGE ALLE COSCIENZE 

“Il nostro Natale – dice la dirigente scolastica Pina Mandina – inizia con questo gesto che i ragazzi cominceranno a diffondere dalla sera di domenica 10 dicembre, in segno di attenzione e pacifica ribellione alle guerre e ai soprusi nel mondo”.
“Mentre noi tutti – afferma – ci apprestiamo a vivere le festività all’insegna del calore, anche familiare, e nelle comodità più o meno consuete della nostra tradizione, nella sicurezza e nella routine di giorni attesi, ci sono persone nel mondo, e sono tante, troppe, che vivono nella paura, tra gli stenti, nell’impossibilità di un futuro”.
“A tutto questo – spiega – vogliamo dire basta, con un segnale che ci auguriamo diventi virale, per essere condiviso e diffuso il più possibile”.
“Un gesto che parte dai ragazzi  – conclude Pina Mandina – e che per questo assume un valore importante: speriamo possa consentire anche una riflessione capace di incidere sulle coscienze spesso sopite”.