È partita la caccia ai complici dell’ex latitante Giuseppe Auteri, detto ‘vassoio’

Sul piano investigativo, si sta lavorando sulla possibile rete di complici che ha garantito per tanto tempo la latitanza di ‘vassoio’

Giuseppe Auteri era nella lista dei 100 latitanti più ricercati al mondo. Di lui si erano perse le tracce il 6 luglio 2022, e cioè dalla notte in cui i carabinieri, durante il blitz denominato “Vento”, sono andati a bussare alla porta della sua abitazione e in altre 17 . Sparito nel nulla, da allora nessuno dei parenti e amici sapeva niente di lui.  Di Auteri, soprannominato ‘vassoio’,  ne aveva parlato Alessio Puccio, soldato di Porta Nuova e collaboratore di giustizia.  Sul conto del latitante  aveva detto: “È uomo d’onore del mandamento mafioso di Porta Nuova. Quando è uscito di galera nel 2020, Incontrera Giuseppe mi diceva che doveva rimanere ‘serbato’, cioè non doveva farsi notare in giro con altre persone”. Puccio aveva anche aggiunto di avere saputo che era “impegnato in una cosa molto importante”. Specificando che il boss Incontrera,  non gli aveva specificato di cosa si trattava. E che lui non aveva chiesto altre informazioni perché non si può. “Non bisogna essere troppo curiosi e non si chiede. Punto. Quello che ti dicono lo ascolti ma non chiedi”.

Auteri si occupava di gestire la cassa dove confluivano i soldi delle estorsioni e del traffico di stupefacenti. Ruolo che condivideva con Giuseppe Incontrera, prima che venisse assassinato alla Zisa.

È iniziata la caccia alla possibile rete di complici di Auteri

Chissà per quanto tempo Auteri ha vissuto indisturbato nell’appartamento che si trova nella palazzina di via Recupero 6, una stradina parallela della trafficatissima via Perez, tra le vie Carlo Gemmellaro e Stanislao Cannizzaro. Ma nessuno degli abitanti nella zona dice di sapere chi fosse. Eppure gli inquirenti lo indicano come reggente del mandamento di Porta Nuova, e i pentiti  definiscono ‘vassoio’ uomo ‘affidabile’. Al momento dell’irruzione in casa sono stati trovati un revolver calibro 35, quindici colpi e 5 mila euro in contanti.

Per quanto riguarda l’arma sono state avviate le perizie balistiche, per capire se è stata utilizzata recentemente. Sul piano investigativo, si sta lavorando anche sul fronte della possibile rete di complici che ha garantito per tanto tempo la sua latitanza. A cominciare dall’intestatario dell’immobile o del contratto di affitto, ed inoltre da chi gli abbia fatto avere i 5mila euro in contanti. Gli inquirenti sostengono che Auteri era legato a Tommaso Lo Presti, detto ‘il lungo’, colui che dopo la scarcerazione gli avrebbe affidato la reggenza nel mandamento di Porta Nuova.