Autisti AMAT aggrediti a Palermo, i sindacati dicono basta: “Servono azioni concrete”

amat

I sindacati chiedono a gran voce tutele e risposte concrete dopo l’ennesimo episodio di violenza che si è verificato a Palermo ai danni di un autista Amat. Il fatto è accaduto ieri in viale Regione Siciliana, all’altezza dell’incrocio con via Altofonte: un autista della linea 364 sarebbe stato aggredito con calci e pugni da un automobilista che aveva parcheggiato il suo veicolo in doppia fila, non permettendo dunque all’autobus di passare. Qusta la ricostruzione dell’episodio che si è verificato a breve distanza da un altro accaduto invece, qualche giorno fa, in piazza Giulio Cesare dove l’autista sarebbe stato aggredito per non aver accontentato la richiesta di due uomini di scendere dall’autobus fuori fermata.

COBAS: “Sicurezza non più rinviabile”

Piena solidarietà dl mondo dei sindacati. “Non è più tollerabile che chi svolge un servizio pubblico essenziale, come il trasporto pubblico locale, debba andare a lavorare con la paura di subire atti di pura violenza da parte di soggetti privi di senso civico e rispetto – dice in una nota il segretario regionale di COBAS Lavoro Privato – Settore Trasporti, Carlo Cataldi -. È ora che la Prefettura di Palermo, le istituzioni locali e il Sindaco di Palermo, Prof. Roberto Lagalla, intervengano con forza. Chiediamo che si dia seguito con urgenza al protocollo d’intesa tra Regione, Prefettura, e Amat firmato il mese scorso che prevede l’installazione del “panic button” a bordo dei mezzi pubblici, dispositivi in grado di allertare in tempo reale le Forze dell’Ordine in caso di pericolo. Occorrono inoltre maggiori controlli a bordo e nelle fermate, con il supporto costante delle Forze dell’Ordine, e l’applicazione rigida del Codice della Strada, senza sconti o esitazioni”.

“Inoltre – aggiunge Cataldi – alla luce della recente normativa nazionale (D.Lgs. 17 aprile 2024) emanata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che definisce in modo preciso i requisiti tecnici di protezione per gli operatori dei mezzi pubblici, mi chiedo a che punto è l’AMAT con l’adeguamento dei propri veicoli? Questa normativa obbliga tutte le aziende a garantire l’isolamento fisico degli operatori di guida su mezzi di categoria M2 e M3, classe A1 e A2 (come i bus AMAT), con protezioni atte a prevenire aggressioni e interferenze da parte dell’utenza. È ora di passare dalle parole ai fatti. La sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici del trasporto pubblico non è più rinviabile”.

Uiltrasporti Sicilia: “Una città civile deve proteggere chi la serve”

“Si tratta dell’ultimo di una lunga serie di aggressioni che, ormai con cadenza quasi quotidiana, stanno mettendo a rischio l’incolumità degli operatori di esercizio del trasporto pubblico urbano a Palermo”, si legge in una nota di Uiltrasporti Sicilia che esprime piena solidarietà al lavoratore colpito e rilancia l’allarme: “L’escalation di violenze, fisiche, verbali e psicologiche, che colpisce chi ogni giorno garantisce il diritto alla mobilità dei cittadini è ormai fuori controllo. Si lancia un sasso oggi, si sferrano pugni domani. Non possiamo più tollerare questa normalizzazione dell’aggressività”. Così affermano la Segretaria generale Katia Di Cristina e il Segretario regionale Alfredo Montalto.

“A Palermo circolano mediamente 174 autobus nei giorni feriali e 130 nei festivi. Ciascuno di questi mezzi
rappresenta un presidio di servizio pubblico e chi lo guida non può continuare a farlo in condizioni di costante vulnerabilità. Nonostante le rassicurazioni e le dichiarazioni istituzionali, la realtà sui bus è ben diversa: ‘I nostri autisti vengono lasciati da soli a gestire situazioni di tensione e pericolo, senza tutele né dispositivi adeguati. In molte circostanze, le aggressioni non vengono neppure denunciate. A tutto questo si aggiunge la stanchezza di lavorare in condizioni logoranti, in mezzi spesso obsoleti e sprovvisti di protezioni come cabine chiuse'”, sottolineano Di Cristina e Montalto.

La Uiltrasporti Sicilia ha già richiesto un incontro urgente con il Prefetto di Palermo e con il Comitato
provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ma ad oggi è mancata una risposta concreta. “Non è la prima volta che chiediamo un intervento alle istituzioni locali: in più occasioni abbiamo sollecitato un
impegno diretto del sindaco su questo fronte, e ancora una volta torniamo a farlo”, ricordano i Segretari.
Proprio in questi giorni, la Uiltrasporti ha inoltre lanciato la campagna nazionale “Aggressioni nei trasporti? Per me è NO”, con l’obiettivo di accendere i riflettori su un fenomeno grave ma troppo spesso sottovalutato: “La sicurezza dei lavoratori non può più essere considerata un costo. Servono consapevolezza, responsabilità e azioni concrete”. L’appello è quindi rivolto nuovamente al Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla: “Lei è l’azionista di riferimento dell’AMAT – fanno notare Di Cristina e Montalto – Non può più permettere che i lavoratori della sua città vengano aggrediti mentre svolgono il proprio servizio. Non c’è più tempo: servono misure urgenti, visibili e permanenti per garantire la sicurezza di chi ogni giorno è in prima linea nel trasporto urbano”.

La Uiltrasporti Sicilia ribadisce: “Servono sistemi di videosorveglianza funzionanti, personale a bordo e nei
terminal, campagne di sensibilizzazione e, laddove possibile, l’isolamento del posto guida tramite cabine
protette. I lavoratori non devono più temere per la propria vita mentre lavorano. Non si può più aspettare il prossimo episodio per agire. Una città civile deve proteggere chi la serve”.

Cisl: “Si dia seguito al protocollo siglato in Prefettura”

Solidarietà anche da Federica Badami, segretaria generale Cisl Palermo Trapani, e Dionisio Giordano, segretario generale Fit Cisl Sicilia: “Questi episodi non fanno che confermare quanto ci sia bisogno di una maggiore tutela per la sicurezza di questi lavoratori, e che, la violenza cittadina dilagante sfocia in aggressioni verbali e fisiche fin troppo frequenti”.

“Si dia seguito al più presto al protocollo siglato questo mese presso la Prefettura fra l’azienda e la Regione, per garantire più sicurezza agli operatori del trasporto pubblico locale e al personale sanitario a Palermo e che prevede l’utilizzo del ‘panic button’, un pulsante azionabile in caso di pericolo – concludono Badami e Giordano -. Non possono certo essere i lavoratori a pagare il prezzo di questo degrado sociale, che purtroppo rende anche le azioni quotidiane come quelle legate al proprio lavoro, pericolose per la propria incolumità”.