Si sono svolti questa mattina i primi interrogatori preventivi davanti al Gip di Palermo Carmen Salustro nell’inchiesta su appalti truccati e concorsi pubblici nella sanità. Tra gli indagati ci sono anche il coordinatore di Noi Moderati nonché parlamentare Saverio Romano e l’ex governatore della Regione siciliana Totò Cuffaro. L’accusa per lui è di aver fatto pressioni, con l’ex governatore, per favorire una ditta, in un bando dell’Asp di Siracusa.
Questa mattina Romano è stato ascoltato dal giudice. “Abbiamo chiarito la nostra posizione, rispetto alle domande che sono state poste. Ho trovato qualche difficoltà a trovare un collegamento tra i capi d’imputazione e i fatti quali si sono verificati, e ho spiegato perché. Ho dovuto dire alcune cose che mi risultano personalmente e altre facendo un’esegesi di intercettazioni che non sono mie”.
“Non c’era nessun patto tra me e questi signori” ha detto Romano riferendosi all’accusa nei suoi confronti di aver fatto pressioni per favorire una ditta nell’ambito di un bando dell’Asp di Siracusa. “Non c’è una sola intercettazione che mi riguardi, e anche nelle chat non c’è alcun riferimento a fatti criminosi“
Prima dell’interrogatorio Romano aveva dichiarato: “Avete visto la canea che si è abbattuta nei miei confronti? Il magistrato fa il suo lavoro e la legge consente lo svelamento di alcuni fatti. Ma non credo sia normale che il mondo intero sappia di contestazioni che a mio avviso dovevano essere blindate” ha dichiarato.
“Non voglio fare polemica con i giornali – ha aggiunto – ma noto che c’è qualcosa che non funziona in quel che è avvenuto. Ho subito una sentenza di condanna irrevocabile, non avendo ancora capito cosa mi si contesta. Qualcuno mi ha augurato anche la morte”.
Sulla riforma della giustizia ha aggiunto: “Io sono una delle personalità che più si è esposta per cambiare il sistema. Qui si pone un tema che riguarda le custodie cautelari. Da quando è in vigore la legge, il numero di richieste di arresto è duplicato. È palese che qualcosa non funzioni”.
“Nessuna utilitas dalla nomina all’ospedale Villa Sofia Cervello. Il dottore Colletti era stato già dirigente all’Arnas Civico, considerato di fascia A, mentre il Villa Sofia Cervello è di fascia B”. Questo quanto dichiarato dall’avvocato Giuseppe Di Stefano dopo l’interrogatorio sostenuto da Roberto Colletti, ex direttore generale dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello. “Abbiamo chiarito la nostra posizione, ci aspettiamo un provvedimento favorevole”.
“Non si è trattato di un concorso, ma di una graduatoria per la stabilizzazione di tutti gli operatori socio sanitari in servizio. Si trattava di lavoratori che erano stati chiamati durante l’emergenza Covid e senza quella graduatoria sarebbero stati mandati a casa». Questo quanto dichiarato da Antonio Iacono, direttore del Trauma center dell’ospedale Villa Sofia nel corso dell’interrogatorio al Gip. Anche lui è indagato per associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.
“Non c’è stato dunque alcun favoritismo tanto che poi furono tutti stabilizzati. I 15 vincitori avevano già un contratto a tempo determinato e sarebbe stati assunti a tempo indeterminato. – ha spiegato – Gli altri avrebbero perso il lavoro”.
“Mi si contesta – ha concluso Iacono – di aver ricevuto in cambio la promessa di un avanzamento di carriera ma io avevo ritirato la mia candidatura da tempo perché non ero interessato”.
Gli interrogatori continueranno domani, venerdì 14 novembre, dalle 9.30 quando davanti al giudice si presenteranno Antonio Abbonato, Salvatore Cuffaro, Carmelo Pace e Vito Raso.