Altavilla, Sabrina Fina è la ‘sacerdotessa del male’: “Ruolo cruciale nella strage”

Sabrina Fina, la compagna di Massimo Carandente accusata di omicidio plurimo e occultamento di cadavere, potrebbe aver avuto un ruolo cruciale nella strage di Altavilla Milicia.

Secondo la criminologa Roberta Bruzzone, chiamata per la consulenza psichiatrica su Giovanni Barreca, sarebbe stata la donna ad architettare tutto, come una “sacerdotessa del male”. Questa l’idea che si è fatta dopo il colloquio con l’uomo.

I “fastidi demoniaci”

Secondo Barreca ma anche secondo la figlia 17enne, era Sabrina a decidere arbitrariamente chi della famiglia fosse affetto da “fastidio demoniaco”. Dopo delle prime cene nella villa degli orrori, organizzate per “liberare” i due figli maggiori da questo fastidio, Antonella Salamone avrebbe cominciato a insospettirsi della presenza della coppia palermitana a casa propria.

La lunga agonia di Antonella e del piccolo Emanuel

Ed è lì che la Fina avrebbe individuato nella donna l’obiettivo principale di un processo demoniaco, culminato poi nella mattanza. Secondo le dichiarazioni del Barreca e della figlia, Sabrina Fina avrebbe avuto un ruolo fondamentale nell’atroce uccisione di Antonella.

Poco dopo, ad esser additato perché posseduto da satana sarebbe stato il piccolo Emanuel, di soli 5 anni. Sarebbe stato incatenato a letto, sottoposto a una tortura lunga 3 giorni e lasciato morire di stenti con la promessa che così facendo “sarebbe risorto”. 

Orrore di Altavilla, Emanuel lasciato morire di stenti: “Hanno detto al padre che sarebbe resuscitato”