Voci da Alitalia, Tiziana e Gaia: “Non abbandonateci al nostro destino”

Due operatrici Alitalia del call center Almaviva raccontano quanto sia grande l’amarezza di fronte al possibile scenario di perdere il lavoro

“Eravamo lì quando L’ 11 settembre attaccarono le torri gemelle , con la nostra voce a tranquillizzare le persone che chiamavano #alitalia per sapere dei loro voli,
Lì’ quando il vulcano islandese decise di risvegliarsi e riproteggemmo i passeggeri da tutto il mondo.
E lì’ quando falli’ in estate windjet a fare rientrare la gente dalle vacanze .
Eravamo lì’ per i vostri momenti belli e quelli brutti ad accompagnarvi, siamo lì quando dovete far partire i vostri #UMN o i vostri amici pelosi,
Siamo lì da quando è iniziata la pandemia a sostenervi e programmare i vostri viaggi.
Noi #Almaviva #CallCenter ci siamo sempre stati 365 giorni l’anno , 7 giorni su 7 compresi i festivi mentre voi stappate la bottiglia noi rispondiamo #alitalia buongiorno in cosa posso esserle utile.
Ed anche se non sarà più #alitalia ma sarà #ita noi ci vogliamo essere con la stessa dedizione , gentilezza e professionalità che ci accompagna”.

LO SPETTRO DELLA DISOCCUPAZIONE

A inviare al nostro giornale l’accorata riflessione è Tiziana Lo Bianco, navigata operatrice telefonica (“lavoro per Alitalia da qualcosa come 20 anni”) del call center Almaviva di Palermo. La sua estate, così come quella dei restanti 569 suoi colleghi, da calda si è trasformata in rovente. Perchè, quando dietro l’angolo c’è lo spettro della disoccupazione, soprattutto in tempi grami come quelli attuali, a prendere il sopravvento non può che essere l’ansia. Ita che subentra ad Alitalia, incurante delle clausole sociali, e pronta a prediligere il sito di Roma anzichè tutelare quello di Palermo, inquieta e pure tanto.

UN PERCORSO LAVORATIVO SOFFERTO

Partiamo con il dire che in questi 20 anni ne abbiamo viste di tutti i colori – racconta Tiziana a PalermoLive. Dalla possibilità che ci buttassero fuori dalla nostra sede al cambio di contratto che prima era aeroportuale e tanto altro. Siamo abituati ad un percorso ad ostacoli che ha sempre giocato a sfavore di noi lavoratori. Viviamo con la cassa integrazione a giornate, abbiamo avuto il Tfr bloccato per due anni, insomma, una vita lavorativa piuttosto complicata e spesso scandita dal dovere scendere a copromessi”.

SPERANZE RIDOTTE AL LUMICINO (?)

Adesso però siamo stanchi. Tanti di noi hanno già un’età, abbiamo creato delle fondamenta, ragion per cui, questa ennesima situazione di incertezza la vediamo del tutto ingiusta.” Tiziana Lo Bianco, ancor più che in passato, di fronte ai possibili scenari futuri si dice pessimista. “Per un mix di ragioni, dalla Commissione Europea alla pandemia, dal Governo Draghi all’emergenza del settore turistico. Il fatto che non vengano prese in debita considerazioni le clausole sociali, e soprattutto il fatto che nella gara sia espressa chiaramente la preferenza del sito di Roma fa capire che i giochi sono decisi e che ci sia poco da lottare. Abbiamo pure indetto uno sciopero di 5 giorni a discapito delle nostre tasche, ma penso che si tratti della più classica delle battaglie contro i mulini a vento”.

NESSUNA RICONOSCENZA

Ricordare a Tiziana che l’aver superato tanti ostacoli dovrebbe indurla ad essere più ottimista serve a poco. “Non potrebbe essere altrimenti, considerato che lavoriamo in smartworking dal 18 marzo, ossia dall’inizio della pandemia, e che per questo tutte le cose riguardanti il nostro destino lavorativo ci arrivano per sentito dire. Tra l’altro – puntualizza – abbiamo ultimamente lavorato a spese nostre, dalla connessione alla luce. Che giunga una notizia del genere, proprio in un momento tanto delicato equivale alla più atroce delle beffe. E comunque, sono convinta che dietro questa manovra ci siano ragioni molto più grandi, visto che si tratta di togliere Alitalia per sostituirla completamente inclusi i lavoratori. Mettere una gara su due piedi, senza rispettare i termini di legge, clausole sociali in primis fa pensare tanto. E credo poco, considerato il periodo di agosto, in un risolutivo intervento del Governo o in un tavolo di confronto”.

Uno dei tanti scioperi indetti negli ultimi anni dagli operatori del call center Almaviva

PROFESSIONALI NONOSTANTE TUTTO

A fare eco alle parole colme di amarezza di Tiziana Lo Bianco è Gaia Infantino, anche lei operatice Alitalia di lungo corso. “Noi siamo la voce storica di Alitalia, l’unico call center che gestisce da anni la biglietteria, l’ufficio reclami e il servizio di assistenze speciali. Abbiamo sempre lavorato con responsabilità, professionalità e soprattutto ci siamo stati quando la compagnia ha avuto bisogno. Ovvero nei momenti più difficili che ricordi la storia recente, dall’11 settembre alla stessa pandemia. Abbiamo reinventato ogni giorno il nostro lavoro, dietro a zone gialle, rosse, bianche, autocertificazoni tamponi e via dicendo. Siamo spesso diventanti un supporto psicologico per gli stessi passeggeri che ci contattano”.

MESSI ALLA PORTA SENZA UN PERCHE’

Ritrovarsi messi alla porta di punto in bianco, senza una spiegazione logica e sensata fa tanta rabbia. A maggior ragione perchè, nonostante tutto, continuiamo a rispondere al telefono, garantendo un servizio ai massimi livelli pur restando sempre gli ultimi a sapere le cose. Non è giusto, abbiamo tutti famiglia, siamo entrati ragazzi, chi universitari chi no ma comunque realizzando il nostro futuro a piccoli passi. Adesso non possiamo che affidarci a chi possa portare la nostra voce in alto e farla sentire. Perchè – conclude Gaia Infantino – , nonostante tutto siamo comunque Alitalia, oggi piu di ieri.”