Addio al “bonus 18enni” di 500 euro: i fondi destinati a spettacolo ed editoria

Un emendamento firmato da FdI, Lega e FI cancella App 18,  il bonus cultura per i 18enni, insorgono le opposizioni

È stato abrogato da un emendamento della maggioranza a firma Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia il bonus messo a disposizione dallo Stato per i ragazzi appena diventati maggiorenni. Quindi addio all’App 18, che permetteva ai ragazzi di ricevere a 18 anni 500 euro. Soldi che dovevano essere un incentivo al consumo in teatri, cinema, spettacoli dal vivo, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici, musei, concerti e mostre. Le risorse, pari 230 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, saranno ridestinate a finalità di sostegno del mondo dello spettacolo e della cultura.

Petizione di Matteo Renzi. Insorge l’opposizione

Matteo Renzi, leader di Italia viva, ha promosso una petizione contro abolizione del bonus ha scitto su Twitter: “Per me è un errore gravissimo. Chiediamo alla premier Meloni di intervenire per bloccare la distruzione del bonus cultura per i giovani. Sappiamo che alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia dicono che con la cultura non si mangia. Ma noi non siamo d’accordo: tagliare sulla cultura e sui giovani è il modo più sbagliato per costruire il futuro. Abbiamo lanciato questa idea sette anni fa e da allora molti Paesi hanno copiato la nostra idea, cominciando da Francia e Germania. Distruggere il bonus cultura solo perché l’ha introdotto Renzi significa fare del male alle nuove generazioni, e all’industria della cultura”.

Ma anche Partito democratico  e Movimento 5 Stelle sono contrari. Mauro Berruto, deputato e responsabile Sport del Pd ha scritto sui social: “Quasi 500 mila registrati all’anno, esperienza di successo già imitata da Francia, Spagna e Germania e presto in Gran Bretana, Portogallo, Finlandia. Un emendamento firmato da Mollicone (FdI) Sasso (Lega) Dalla Chiesa (FI) capigruppo Commissione Cultura. A voi i commenti!”.  Esponenti M5s in commissione cultura di Camera e Senato hanno detto: “Alla destra evidentemente non bastava non aver previsto alcuna risorsa per la cultura nella manovra presentata al Parlamento. Il danno sarebbe enorme”.