Identità digitale, l’Italia con lo SPID e i modelli europei a confronto
Negli ultimi anni l’identità digitale è diventata uno strumento centrale per la vita quotidiana dei cittadini europei. In Italia, il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) è ormai utilizzato da milioni di persone per accedere a servizi pubblici, presentare pratiche burocratiche, pagare tributi o persino gestire pratiche sanitarie. Ma il nostro Paese non è un caso isolato: in tutta Europa si stanno diffondendo soluzioni analoghe, ognuna con caratteristiche proprie, ma tutte orientate a garantire sicurezza, semplicità e accesso centralizzato ai servizi digitali.
I modelli nazionali: tra carte elettroniche e app di autenticazione
In Germania, il cuore dell’identità digitale è la carta d’identità elettronica, l’eID, che permette l’accesso a portali governativi tramite PIN e dispositivi di lettura NFC. La Francia ha scelto un approccio diverso con FranceConnect, una piattaforma di login unico che integra diversi servizi online, pubblici e privati, semplificando l’esperienza dell’utente.
La Spagna si affida invece al DNIe, un documento nazionale d’identità con microchip che funziona anche come chiave digitale per i servizi dello Stato. Nei Paesi Bassi, la soluzione si chiama DigiD, molto simile allo SPID italiano, e ormai indispensabile per gestire questioni fiscali o sanitarie.
Alcuni Paesi hanno adottato modelli ancora più innovativi. La Svezia utilizza BankID, nato in ambito bancario e poi esteso a una vasta gamma di servizi, mentre il Belgio ha puntato su itsme, un’app di autenticazione mobile che ha sostituito in gran parte la vecchia carta d’identità digitale.
Questi esempi dimostrano come ogni nazione abbia seguito strade diverse, ma con un obiettivo comune: rendere il cittadino in grado di interagire con lo Stato in maniera sicura e veloce, riducendo la burocrazia tradizionale.
Verso un’identità digitale europea unificata
Se i sistemi nazionali hanno avuto successo, restava però un limite evidente: la mancanza di interoperabilità. Un cittadino italiano con SPID, ad esempio, non può ancora accedere liberamente ai servizi francesi o tedeschi. Per superare questo ostacolo l’Unione Europea ha varato il regolamento eIDAS e sta sviluppando l’EU Digital Identity Wallet, un portafoglio digitale che consentirà a ogni cittadino europeo di utilizzare la propria identità digitale in tutti gli Stati membri.
L’obiettivo è ambizioso: creare uno strumento unico, sicuro e riconosciuto a livello comunitario, capace di contenere documenti, dati personali, certificati e credenziali, tutti accessibili da smartphone. Questo significherebbe non solo semplificare i rapporti con la pubblica amministrazione, ma anche agevolare la vita quotidiana, ad esempio nel noleggio di un’auto all’estero, nell’iscrizione a un’università o nella firma di contratti transfrontalieri.
Un futuro sempre più digitale
L’esperienza italiana con lo SPID dimostra quanto l’identità digitale possa diventare un pilastro dei servizi al cittadino. In Italia lo SPID è già diventato una chiave di accesso universale a una vasta gamma di servizi digitali: oltre a quelli della Pubblica Amministrazione, come INPS, Agenzia delle Entrate, sanità regionale o anagrafe, viene sempre più utilizzato anche nel settore privato. Un ambito interessante è quello dell’intrattenimento regolamentato, dove lo SPID consente un accesso sicuro e verificato persino ai casinò online autorizzati, garantendo che l’utente sia maggiorenne e che la sua identità sia correttamente certificata (fonte: Rabona scommesse), ma anche alle home banking e assicurazioni, trasporti e mobilità e servizi universitari.
Tuttavia, la frammentazione europea ha finora limitato l’efficacia complessiva. Con l’arrivo del portafoglio digitale europeo, previsto entro i prossimi anni, i cittadini potranno muoversi in un’Unione sempre più integrata, dove l’identità non sarà più solo un documento fisico ma un accesso digitale universale.
In questo scenario, i modelli nazionali come SPID, BankID o DigiD diventeranno tasselli di un mosaico più ampio, destinato a cambiare profondamente il rapporto tra cittadini, istituzioni e servizi in tutta Europa.
