Hostess morta a Vienna, la salma rientra a Palermo: indagato il fidanzato per istigazione al suicidio
Farà ritorno a Palermo nel pomeriggio di domani la salma di Aurora Maniscalco, la giovane hostess palermitana caduta dal terzo piano del suo alloggio a Vienna e morta, dopo giorni di agonia, il 23 giugno scorso in ospedale. Stando a quanto riporta Ansa, al fidanzato della ragazza, 27enne anche lui palermitano, sarebbe stato notificato un avviso di garanzia per istigazione al suicidio.
Hostess morta a Vienna, l’autopsia Palermo
La Procura palermitana, a cui l’avvocato Alberto Raffadale ha presentato un esposto, ha disposto l’autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni al Policlinico. Poi il caso passerà alla Procura di Roma, competente per le indagini su reati all’estero con vittime italiane.
L’autopsia è un atto irripetibile che la magistratura viennese ha negato sostenendo che la hostess si sarebbe suicidata. Secondo i giudici austriaci, che si sono basati sul racconto di alcuni passanti e del fidanzato della ragazza (che ha però ammesso di aver litigato con lei poco prima che precipitasse), la giovane si sarebbe buttata dal balcone. La famiglia ha sempre negato questa ricostruzione chiedendo ulteriori approfondimenti al fine di poter comprendere con chiarezza cosa sia accaduto quella notte a Vienna.
