Berlin cafè, dai complimenti di polizia e carabinieri alla multa della municipale

Alfonso Zambito, titolare di uno dei locali storici della movida palermitana, sanzionato ieri sera per non aver fatto rispettare le misure anti contagio, racconta una vicenda che ha del paradossale

Il popolo della notte, a piccoli passi o, per meglio dire, timidamente, cerca di riappropriarsi dei propri spazi. Gli stessi che, prima dello scoppio della pandemia brulicavano di gente. Ma i tempi per una completa normalizzazione sono ancora lontani. A Palermo la Movida fa fatica a decollare, tra la paura di tanti nel riappropriarsi delle proprie libertà nonostante il trend incoraggiante dei contagi (ieri, in tutta la Sicilia su 1.183 tamponi effettuati, 1 soltanto è risultato positivo al Coronavirus), e le dovute misure predisposte dai titolari dei locali per far fronte all’emergenza sanitaria COVID-19. In buona sostanza ci si sta accorgendo di un problema, forse un tantino sottovalutato dai governanti alla vigilia della Fase 2: economia e restrizioni non si sposano affatto. E’ un po’ quello che viene fuori dalle parole di Alfonso Zambito, titolare del Berlin, uno dei locali storici della Movida notturna palermitana ubicato in via Isidoro La Lumia. 

Sanzionato ieri sera, assieme ad altri tre locali dalla polizia municipale nell’ambito delle verifiche per il rispetto delle misure di contenimento del coronavirus, l’imprenditore tiene a precisare.”Per ciò che riguarda il distanziamento non posso che essere favorevole, in quanto trattasi di una misura atta a salvaguardare la salute di tutti. Rispettare il metro di distanza e indossare le mascherine nei luoghi pubblici  sono doveri ai quali nessuno dovrebbe sottrarsi. E’ nel caso dei locali come il mio, ai quali si concede di potere riaprire i battenti, che nasce il problema. Ditemi infatti come è possibile accettare un verbale per assembramento, quando lo stesso si viene a creare a distanza di decine di metri dal tuo locale (l’ammontare della multa è di 700 euro, ndr). La mia vicenda tra le altre cose ha un che di paradossale. Ho infatti ricevuto i complimenti da un presidio congiunto di forze dell’ordine composto da  polizia di stato e carabinieri che, dopo avere fatto sali scendi per via La Lumia, hanno apprezzato il fatto che li ho contattati per evitare un potenziale assembramento che si stava venendo a creare. Si sono messi a mia completa disposizione invitando la gente a rispettare le misure di prevenzione”. 

IL PARADOSSO DEL BERLIN

Passati dieci secondi, incuranti delle mie spiegazioni su ciò che è avvenuto poco prima, la polizia municipale mi sanziona per assembramento, facendomi chiudere il locale (il Berlin  non potrà riaprire per i prossimi cinque giorni, ndr) senza neanche prendersi la briga di gestire lo stesso. Una vicenda che, ripeto, ha dell’incredibile, ancor di più se si considera il fatto che, agli stessi militari, ho  richiesto una gazzella dei carabinieri pronta a pattugliare la zona. Richiesta prontamente soddisfatta, a testimonianza del fatto che mi sono adoperato in tutto e per tutto nel rispetto delle norme anti contagio. Ora, se questo è il modo a Palermo di aiutare imprenditori che, con la testa sulle spalle, cercano di gestire una situazione divenuta praticamente insostenibile, riesco a capire quei colleghi del settore che decidono di non riaprire i rispettivi locali. Ricordiamoci infatti che, a fronte del numero di tavoli spesso più che dimezzati, di stipendi agli impiegati e spese varie, non abbiamo ricevuto nessun tipo di sostegno. Tutto ciò dovendo fare conto delle legittime remore della gente, ancora spaventata e dunque restia a tornare ad affollare i locali come un tempo”. 

Ma è quando si tira fuori l’opzione “controllori civici” che a Zambito quasi scappa una risata. “Non sono assolutamete d’accordo. Chi non vive certe realtà rischia di fare più danno che altro. Il popolo della notte, si sa, è spesso costituito dalla più svariata umanità, quasi sempre intenta a consumare alcol. Solo gente formata e con un certo polso può gestire eventuali situazioni pericolose. Non credo sia corretto esporre a rischi persone che non saprebbero come relazionarsi con chi ha alzato un tantino il gomito”. 

SIAMO APERTI MA È COME SE NON LO FOSSIMO

“E ovvio che è tutto rallentato, non potremo mai essere a regime, e purtroppo siamo pure distanti dal potere affermare di essere riusciti a coprirci le spese. Non si può inoltre negare che c’è in giro una strategia del terrore che coinvolge tutti, anche gli stessi avventori che spesso evitano di uscire per paura di beccarsi anche loro un verbale. Così non ce la faremo mai, potremo fare solo altri debiti. Il sindaco ha optato per farci aprire, ma a queste condizioni non so se sarebbe stata meglio la decisione contraria. Se dal punto di vista salutare e medico è consigliabile stare chiusi, che si prenda pure questa decisione, perchè, ripeto, questo modo di lavorare potrebbe addirittura essere controproducente”. 

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