UFFICIALE NASA: si è formato il 6° oceano sulla Terra, dovremo ridisegnare il mappamondo | Avvistato dallo spazio proprio qui
Scoperto nuovo oceano - fonte pexels - palermolive.it
Nasce un nuovo oceano in Etiopia a causa della frattura del continente africano: ecco quando succederà
Nella remota depressione dell’Afar, nel nord dell’Etiopia, il continente africano sta lentamente separandosi. Questo processo, noto come rifting, porterà alla formazione di un nuovo oceano, anche se ci vorranno circa 10 milioni di anni perché si compia completamente. La regione è caratterizzata da una complessa interazione tra tre placche tectoniche: la Nubiana, l’Araba e la Somala.
Nel settembre del 2005, una serie di fratture si aprì improvvisamente lungo la depressione, accompagnata da terremoti e colonne di cenere che oscurarono l’aria per tre giorni. In soli sette giorni, un tratto di 60 chilometri del rift si separò di circa 8 metri, con un abbassamento del terreno fino a 2 metri. Anche i vulcani vicini subsiderono di circa 3 metri, creando uno scenario unico per gli scienziati.
Questo evento fornì agli studiosi la rara possibilità di osservare direttamente la formazione di nuova crosta oceanica, normalmente nascosta sotto gli oceani. Gli scienziati hanno utilizzato strumenti come sismometri, GPS e dati radar satellitari per monitorare la deformazione della crosta terrestre e l’intrusione di magma, osservando come il terreno reagisce mentre si allontana e si apre.
L’Università di Addis Abeba segnalò per prima l’attività geologica, dando il via a una collaborazione internazionale, il Afar Rift Consortium. Guidato da Tim Wright, il progetto coinvolse esperti dall’Etiopia, Regno Unito, Stati Uniti e Francia, con l’obiettivo di comprendere meglio il rifting continentale, la formazione di nuova crosta oceanica e i rischi vulcanici e sismici nella regione.
Eventi magmatici e monitoraggio
Tra il 2005 e il 2010, i ricercatori studiarono una sequenza di 13 eventi magmatici, osservando l’intrusione di magma tra le placche africana e araba. Ogni evento influenzava la tensione nella crosta terrestre e forniva informazioni sul comportamento dei materiali rocciosi. L’uso della tecnologia InSAR permise di misurare con precisione come il suolo si deformava sotto l’influenza del magma e dei movimenti tettonici.
La copertura mediatica internazionale ha aumentato la consapevolezza dei rischi geologici in Etiopia. Documentari e servizi giornalistici hanno spiegato al grande pubblico come i terremoti e i vulcani possano influenzare la vita quotidiana, migliorando la preparazione della popolazione. Eventi come l’esposizione della Royal Society nel 2010 hanno permesso a decine di migliaia di visitatori di comprendere il rifting africano attraverso esperienze interattive.

Opportunità economiche
La depressione dell’Afar e il Main Ethiopian Rift offrono anche importanti possibilità per lo sviluppo energetico. Aziende come Reykjavik Geothermal stanno sfruttando l’attività geotermica della regione per produrre energia pulita e affidabile. Il progetto Corbetti Geothermal Power mira ad aprire una centrale geotermica nei prossimi cinque anni, integrando ricerca scientifica e sviluppo economico sostenibile.
Lo studio della depressione dell’Afar continuerà a fornire informazioni fondamentali sulla formazione di nuova crosta oceanica e sui rischi geologici. La combinazione di ricerca scientifica, sensibilizzazione pubblica e sviluppo geotermico mostra come un fenomeno naturale possa rappresentare al contempo una straordinaria opportunità di conoscenza e di progresso economico, offrendo una prospettiva unica sulla nascita di un futuro oceano africano.
