Tragedia sfiorata durante il parto a Palermo, due perforazioni alla vescica per la neomamma: scatta la denuncia
Doveva essere il giorno più bello della sua vita. A 31 anni, dopo un lungo travaglio, una giovane donna palermitana ha dato alla luce la sua bambina alla Clinica Candela. Ma poco dopo il parto tutto è precipitato: due fori alla vescica l’avrebbero messa in pericolo di vita.
Secondo quanto riferito dalla donna nella denuncia presentata alle autorità, e da quanto riportato nella cartella clinica dell’Ospedale Civico, durante il parto cesareo – eseguito dal medico di turno, un professionista che lei stessa racconta di non aver mai conosciuto prima, essendo in regime di assistenza mutualistica – qualcosa sarebbe andato storto.
Poco dopo il parto, la neomadre ha iniziato a sentirsi male. Il dolore aumentava, la situazione peggiorava rapidamente. Alle 3:00 del mattino del 6 novembre è stata trasferita d’urgenza all’Ospedale Civico, dove i medici hanno individuato un taglio alla vescica che aveva provocato una perdita di urina nei tessuti circostanti e nella cavità addominale, con un conseguente rischio di setticemia. Nella documentazione clinica del Civico compare la dicitura: “lesione paretale anteriore e posteriore da taglio cesario extraperitoneale”, un referto che confermerebbe la presenza di due perforazioni alla membrana della vescica, una frontale e una posteriore. La bambina, nata senza complicazioni, è rimasta tre giorni in osservazione per precauzione. Presentava due fori rossi visibili all’altezza della gamba sinistra, segni compatibili con quanto accaduto alla madre.
“Doveroso fare chiarezza”
Oggi la donna è finalmente fuori pericolo: ha superato il rischio di infezione, è tornata a casa e sta recuperando le forze accanto alla sua piccola. Ma il sollievo si accompagna a un dolore diverso: quello di aver sfiorato la morte nel giorno in cui avrebbe dovuto stringere sua figlia senza timori. Per questo ha deciso di sporgere denuncia, chiedendo che venga fatta chiarezza su ciò che è accaduto in sala parto.
“La mia assistita – spiega Claudia Gasperi, legale della donna- ha vissuto un evento traumatico in un momento che avrebbe dovuto essere solo di gioia. Oggi sta meglio, ma resta la necessità di accertare con precisione cosa sia accaduto in sala parto. Abbiamo presentato denuncia perché riteniamo doveroso fare piena chiarezza, nel rispetto di tutte le parti coinvolte. La tutela della salute e della dignità dei pazienti non può ammettere zone d’ombra”. Ha presentato denuncia-querela anche il compagno della donna, assistito dal legale Calogero Gagliano.
