Il tentato omicidio allo Zen, “T’ammazzo…né io e né tu, ora ti fazzu vidiri iu”: 52enne rimane in carcere

Zen

L’uomo di 52 anni, A.P., arrestato domenica scorsa per tentato omicidio allo Zen rimane in carcere. La scorsa settimana si è tenuta l’udienza di convalida per il pregiudicato responsabile di aver accoltellato il presunto amante della moglie, L.P. di 40 anni, così come riferito dal cinquantaduenne al giudice. L’uomo, avendo saputo del tradimento, avrebbe perso la testa presentandosi una settimana fa alle 15.30 a casa del trentatreenne G.L.C., di Boston ma residente a Palermo, in via Luigi Einaudi: qui ha trovato la moglie aggredita davanti al figlio di 17 anni.

Il trentatreenne insieme alla madre, anche lei presente al momento dell’accaduto, ha cercato di fermare la violenza di A.P. il quale, però, ha impugnato un coltello colpendo diverse volte G.L.C.: ad evitare conseguenze più gravi l’intervento delle due donne. La vittima è stata portata all’ospedale Villa Sofia con ferite in diverse parti del corpo: al dorso, alla spalla sinistra e al collo mentre alla donna i medici hanno riscontrato un trauma cranico.

Il 52enne, che ha precedenti per droga, durante l’aggressione avrebbe detto alla vittima: “T’ammazzo… né io e né tu, ora ti fazzu vidiri iu” secondo quanto raccontato da G.L.C., difeso dall’avvocato Domenico Cancemi. La vittima teme ripercussioni da parte della famiglia dell’arrestato.

La moglie denuncia maltrattamenti da parte del marito

Un tentato omicidio che avrebbe fatto emergere storie di maltrattamenti familiari: la donna quarantenne ha infatti presentato querela, attraverso l’avvocato Annalisa Indorato, alla Procura di Palermo ai danni del marito con il quale è sposato da 25 anni. A.P. ha denunciato maltrattamenti da parte dell’uomo a partire dal 2008, anno di nascita del loro unico figlio (oggi 17enne): dopo pochi mesi dal parto, secondo quanto raccontato dalla donna, sarebbero iniziate le violenze dell’uomo con schiaffi e pugni che costringevano la moglie a ricorrere alle cure del pronto soccorso. L’allora poco più che ventenne si sarebbe trovata a dover chiedere aiuto al suocero per il mantenimento economico del bambino dato che l’uomo si sarebbe rifiutato di badare sia alla moglie che al figlio.

Episodi di violenza si sarebbero verificati anche in pubblico: al Foro Italico, in piazza Indipendenza e in via Cappuccini rendendo necessario l’intervento di altre persone. In uno di questi episodi una passante aveva minacciato di chiamare i carabinieri se l’uomo non avesse smesso di picchiare la donna, ma per tutta risposta il pregiudicato disse che alla moglie poteva fare il “ca**o che voleva e che poteva tranquillamente ammazzarla”. Nell’ultimo periodo la donna avrebbe subito anche minacce di morte dal marito il quale sarebbe stato pronto a prendere una pistola ed uccidere la moglie e la sua famiglia. La quarantenne teme per la sua incolumità soprattutto dopo quanto successo il pomeriggio di domenica 17 agosto, ecco perché nella querela presentata al Pubblico Ministero chiede di essere collocata in una struttura protetta. Intanto l’uomo resta in carcere per tentato omicidio, il suo racconto infatti non ha convinto il giudice: secondo il cinquantaduenne sarebbe stato il presunto amante della moglie a sferrare i fendenti e lui per difendersi avrebbe rotto una bottiglia di vetro per usarne il collo. Adesso si attende l’udienza del Riesame.