TARI, è ufficialmente finita: compila il nuovo modulo e invialo via PEC, ti liberi a vita dalla maledetta tassa

Tassa sulla spazzatura - fonte pexels - palermolive.it

Tassa sulla spazzatura, quando gli avvisi arrivano dopo anni: quando la casa è venduta e gli avvisi arrivano lo stesso

Vendere casa o trasferirsi in un’altra regione può comportare, a sorpresa, la ricezione di avvisi di pagamento della Tari relativi a periodi in cui non si risiede più nell’immobile. A Roma, episodi del genere stanno diventando sempre più frequenti. Molti cittadini segnalano di aver ricevuto comunicazioni per omesso o insufficiente pagamento della tariffa sui rifiuti, anche a distanza di anni dal cambio di residenza o dalla cessione della proprietà.

Un esempio recente riguarda la signora Adriana, che da oltre tre anni non vive più a Roma. Dopo essersi trasferita prima in Liguria e poi a Marina di Cerveteri, ha sempre comunicato il cambio di residenza e la chiusura dell’utenza Tari. Nonostante ciò, ha ricevuto due distinti avvisi per il 2023, uno superiore a 2.000 euro e l’altro di oltre 300, relativi a un immobile venduto nel 2022. Adriana ha inoltrato una Pec all’ufficio Tari di Ama e al Gabinetto del Sindaco, chiedendo chiarimenti sulla propria posizione.

Diversa è la situazione di Luca, che ha lasciato Roma nel 2018 per trasferirsi in un’altra regione. In estate ha ricevuto comunicazioni di mancato pagamento per il 2022 e il 2023, perché la sua utenza risultava ancora attiva. In questo caso, grazie alla corretta interpretazione della legge, Luca ha ottenuto l’annullamento degli avvisi e non è stato tenuto a pagare quanto richiesto. Il caso dimostra come un’informazione aggiornata e una corretta procedura siano fondamentali per evitare duplicazioni o errori.

La legge 147 del 2013, che ha istituito la Tari in sostituzione della Tares, definisce chi è tenuto al pagamento della tassa: chi possiede, occupa o detiene a qualsiasi titolo locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani per un periodo superiore a sei mesi consecutivi in un anno solare. Chi cede un immobile o cambia residenza non deve quindi pagare per periodi successivi al trasferimento, per evitare una duplice imposizione.

Regolamento comunale e diritti dei cittadini

Il regolamento Tari di Roma Capitale recepisce quanto previsto dalla legge, stabilendo che gli avvisi inviati a chi non è più proprietario o residente devono essere rettificati. Nel settembre 2025, ad esempio, Ama ha comunicato l’annullamento degli avvisi e l’aggiornamento delle banche dati per garantire il rispetto dei diritti dei cittadini.

Gli utenti che ricevono avvisi Tari per periodi successivi alla cessione di un immobile possono presentare un’istanza di autotutela. Sul sito di Ama sono disponibili moduli per richiedere l’annullamento parziale o totale di un avviso di pagamento, un accertamento esecutivo per omessa dichiarazione o per tardivo pagamento. Questo strumento permette di correggere errori senza dover ricorrere immediatamente al tribunale.

Calcolo Tari – fonte pexels – palermolive.it

Ama corregge gli errori

Gli uffici capitolini registrano ogni anno numerose istanze di autotutela. Nel 2024 sono state presentate circa 28.000 richieste, il 69% delle quali accolte. Molti avvisi risultavano errati o dovevano essere reindirizzati ad altra utenza. In diversi casi, le cartelle sono state annullate per rettifica, dimostrando l’importanza del controllo da parte dei cittadini e della comunicazione corretta dei dati.

Per prevenire simili inconvenienti è fondamentale comunicare tempestivamente il cambio di residenza o la cessione dell’immobile ad Ama, oltre a conservare ricevute e documentazioni. In caso di ricezione di avvisi ingiustificati, conviene inviare una richiesta di autotutela e seguire la pratica fino alla risoluzione. L’aggiornamento dei dati evita problemi futuri e garantisce che la Tari venga pagata correttamente solo da chi ne è effettivamente tenuto.