TARI, arriva l’esenzione “300 passi”: sposta il cassonetto e non paghi | Addio alla tassa più detestata dagli italiani

Restituzione Tari - fonte pexels - palermolive.it

Una delle tasse più odiate sta per essere abolita, scopri come chiedere l’esonero e i tempi di rimborso

La TARI è la tassa sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani, dovuta da tutti i cittadini in base al comune di residenza e ad altri fattori determinanti, come la metratura dell’abitazione e il numero di occupanti. Si tratta di un tributo obbligatorio, ma il suo pagamento non esclude il diritto del contribuente a richiedere riduzioni o rimborsi qualora si verifichino disservizi o errori nel calcolo.

Il rimborso TARI spetta ai cittadini che hanno versato importi superiori a quanto dovuto o che non hanno beneficiato del servizio per cui hanno pagato. Questo include errori di calcolo, doppie imposizioni, metrature errate e disservizi nella raccolta o smaltimento dei rifiuti. La legge riconosce il diritto al rimborso come strumento di tutela del cittadino.

Il rimborso può essere richiesto in caso di disservizi effettivi, come la mancata raccolta dei rifiuti, cassonetti posizionati troppo lontani dall’abitazione o assenza di servizi specifici previsti dal Comune.  Anche problemi ricorrenti o persistenti possono giustificare uno sconto o la restituzione totale di quanto pagato, a seconda della gravità della situazione.

Non esiste una soglia fissa per i rimborsi: in alcuni casi documentati, la restituzione può arrivare fino all’80% del costo totale pagato. La cifra effettiva dipende dalla gravità del disservizio e dal calcolo effettuato dagli uffici comunali competenti. La verifica è fondamentale per evitare abusi e garantire l’equità del processo.

Procedura per richiedere il rimborso

Ogni Comune stabilisce la procedura per richiedere il rimborso. In genere, il contribuente deve compilare un modulo e inviarlo tramite PEC, raccomandata o direttamente attraverso il portale online del Comune. La documentazione deve includere ricevute di pagamento, eventuali comunicazioni già inviate agli uffici e ogni prova utile a giustificare la richiesta.

Il rimborso TARI è previsto anche quando il pagamento risulta errato a causa di un calcolo sbagliato o di un doppio versamento. In questi casi, l’iter può essere più rapido, ma è sempre necessaria la verifica da parte degli uffici comunali. Il cittadino riceverà la restituzione solo dopo che la sua richiesta è stata valutata e approvata.

Raccolta differenziata – fonte pexels – palermolive.it

Importanza della documentazione

Per accelerare l’erogazione del rimborso, è fondamentale allegare tutta la documentazione richiesta. Occorre documentare in particolare che la distanza tra l’immobile e il cassonetto sia fuori portata: se supera i 300 metri, il contribuente ha diritto a una riduzione della Tari che può arrivare fino al 40% dell’importo dovuto. Il Comune stabilisce normalmente la distanza minima e le modalità per richiedere questa riduzione. Senza ricevute, contratti o attestazioni di pagamento corrette, la richiesta potrebbe essere respinta o rallentata. In alcune situazioni, rivolgersi a un consulente o agli sportelli comunali può aiutare a completare correttamente l’iter e ridurre i tempi di attesa.

Il rimborso non è immediato: occorre attendere che la richiesta sia esaminata dagli uffici competenti, che verificheranno la correttezza dei dati e l’effettiva sussistenza dei motivi di rimborso. Una volta approvata, la somma viene restituita tramite bonifico o accredito sul conto indicato dal contribuente, garantendo che chi ne ha diritto possa recuperare quanto pagato in eccesso o non dovuto.