Spaccio allo Zen, scattano due arresti: dosi nascoste in una carcassa d’auto e nelle crepe dei muri
Nel corso di un servizio di controllo straordinario del territorio nel quartiere Zen 2, i carabinieri della stazione di San Filippo Neri hanno arrestato, in flagranza di reato, due palermitani di 34 e 41 anni, già noti alle forze dell’ordine con precedenti specifici, con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti.
Durante l’attività di pattugliamento, i militari hanno notato il 34enne mentre cedeva alcuni involucri a diversi acquirenti, prelevando le dosi da un borsello nascosto all’interno della carcassa di un’auto abbandonata lungo via Rocky Marciano, dove aveva ricavato il suo piccolo deposito. Immediatamente bloccato e sottoposto a perquisizione, è stato trovato in possesso di oltre 15 dosi tra cocaina, hashish e crack, nonché di ulteriori involucri occultati in una crepa del muro accanto al punto in cui era solito stazionare. Addosso all’arrestato anche 170 euro, ritenuti il provento dell’attività di spaccio.
Contestualmente, sempre in via Rocky Marciano, il monitoraggio costante dei carabinieri della stazione ha portato al rinvenimento e sequestro a carico di ignoti di circa 50 dosi di hashish nascoste nel sottoscala di un padiglione.
In via Alberto Braglia altro equipaggio dei militari, ha notato il 41enne intento a cedere alcune dosi di droga ad un acquirente. Entrambi sono stati fermati e sottoposti a perquisizione personale, l’indagato è stato trovato in possesso di 18 dosi di cocaina occultate all’interno delle tasche dei vestiti e della somma di 110 euro ritenuta provento dello spaccio; l’acquirente in possesso di 3 dosi della medesima sostanza, è stato invece segnalato alla locale Prefettura quale assuntore di droga.
Entrambi gli arresti sono stati convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo.
È obbligo rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.
