“Serve una cauzione per liberare mamma”, anziana raggirata nel Palermitano: agenti sventano la truffa
Arrestato dagli agenti del Commissariato di P.S. “Bagheria” un 60enne del Catanese, ritenuto responsabile del reato di truffa aggravata in concorso. La vittima del raggiro era un’anziana cittadina alla quale, mediante una telefonata in cui qualcuno si era finto nipote della donna, era stata richiesta una cospicua somma di denaro.
L’arresto è l’esito di una combinazione di fattori, tra cui la conoscenza del territorio e delle dinamiche criminali ad esso sottese. Nei giorni passati, infatti, una pattuglia della squadra “Investigativa” del Commissariato di P.S. “Bagheria”, lungo una strada del centro abitato di Casteldaccia, ha riconosciuto nella sagoma di un uomo visto stazionare su strada, i lineamenti di un cittadino catanese gravato da precedenti di polizia per truffa. Consapevoli di come, anche nel recente periodo, nello stesso comprensorio fossero stati portati a compimento analoghi reati e come spesso questo genere di truffatori, per ovvi motivi legati alla riconoscibilità, siano “trasfertisti”, gli agenti hanno ritenuto di arrestare la marcia e di attendere, in osservazione, l’evoluzione degli eventi.
La truffa
Così come ricostruito a posteriori, quella attenzionata dagli agenti era la seconda e ultima fase di una truffa che, di lì a poco, si sarebbe concretizzata. L’anziana era stata contattata telefonicamente da un uomo che, evidentemente dopo averne studiato, abitudini, conoscenze e parentele, si era finto nipote della donna stessa. La voce del finto parente aveva prospettato alla vittima l’urgente necessità di pagare una cospicua somma di denaro quale unico modo per ottenere il rilascio della madre (figlia della vittima) trattenuta all’interno di una imprecisata caserma a causa di una multa non pagata per eccesso di velocità.
La donna, convinta dal “nipote” a consegnare il denaro, in gran fretta aveva racimolato la cifra di 3mila euro e, imbustata, l’aveva consegnata al 60enne, giunto sulle soglie dell’appartamento quale “emissario” di Poste italiane ed esattore della “cauzione”, nonché complice del “finto nipote” che continuava ad orchestrare telefonicamente il raggiro.
In questa fase sono entrati in azione gli agenti che, scorta la dazione di denaro, sono intervenuti tempestivamente bloccando il truffatore e recuperando la somma. L’arrivo dei poliziotti nell’appartamento dell’anziana ha scongiurato l’ulteriore consegna di monili in oro e preziosi, richiesti insistentemente dal “nipote” in ragione dell’insufficienza della somma già consegnata.
La vittima ha raccontato agli agenti ogni passaggio e ogni particolare del raggiro ordito ed ha confermato come la tesi della “figlia fermata in caserma” fosse stata esposta dall’asserito nipote con fedele timbrica oltre che con non comuni fervore e capacità persuasive. Indagini sono in corso per risalire ai complici e in particolare al finto nipote.
Giova precisare che la responsabilità penale delle condotte elencate sarà definita solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.
I consigli della Polizia
La Polizia di Stato ricorda che la prima forma di tutela per reati di questo genere sia quella della prevenzione, fondata sull’alta soglia di attenzione che deve essere mantenuta in tutti i possibili casi di truffa. Si ritiene opportuno rammentare come sia fondamentale non aprire mai la porta a sconosciuti che non siano in grado di identificarsi compiutamente, anche se indossano un’uniforme o assumano l’aspetto di distinti professionisti.
Prima di aprire la porta di casa è necessario ricevere concrete rassicurazioni, ricordando che nessun operatore delle Forze dell’Ordine o di altre pubbliche amministrazioni è autorizzato ad acquisire denaro contante o altri beni direttamente dal cittadino. Inoltre in caso di telefonate dal contenuto allarmante come nei casi descritti si invita sempre a contattare prima i numeri di emergenza delle forze dell’ordine per riscontro e chiamare sempre i propri familiari avvertendoli di quanto avviene.
