La Santuzza rivoluzionaria: Palermo chiede un altro miracolo a Rosalia

Il Festino che non c’è e la preghiera laica rivolta alla Santa patrona

Nessun santo come Rosalia racchiude in sé tratti rivoluzionari. C’è la forza della ribellione contro il potente e contro l’abuso in Rosalia Sinibaldi, la forza di dire no ad un destino già scritto, la forza della speranza. Guarire dalla peste si può, insegna Rosalia, da quella che è dentro di noi e tormenta l’anima, una peste sempre diversa e sempre uguale per intensità di pene e afflizioni. E poi c’è l’amore e il rispetto di sé, allora come oggi un autentico gesto rivoluzionario.

 LA BALLATA DI FABER

 Rosalia è la santa che combatte contro l’ingiustizia più grande, quella dell’amore imposto, come l’eroina di una ballata di De Andrè che nelle sue rime cantate fa esplodere le contraddizioni. Donna che sa rinunciare ad essere donna, che spegne il suo futuro di sposa e accende un presente ascetico e di solitaria riflessione. Nella sua fuga e nel suo rifiuto c’è il potere eversivo di chi sa dire no. E nello stesso tempo porta la croce ed espugna la sua Bastiglia: penitenza e rivoluzione, gioia e rabbia.

La sua verginità è dirompente quanto la rivoluzione sessuale del ’68, entrambe contro la convenzione del tempo affermano il principio della sacralità della libera scelta. Se ci pensiamo bene Rosalia fu la prima a piantare il seme della ribellione. Come abbia potuto una donna così diventare santa nel cattolicesimo medioevale appartiene veramente alla sfera dei miracoli.

IL FESTINO VIRTUALE

Il giorno in cui Palermo si è consegnata alla sua Santa è il 15 luglio, data del ritrovamento delle sacre reliquie. E questo giorno è lasciato alle celebrazioni religiose. Il giorno dell’esaltazione di Rosalia, santa e laica, seme di riscossa e di speranza, è invece il 14. A chi non crede al caso non sfugge che è lo stesso giorno in cui si scrive la pagina decisiva della Rivoluzione Francese, la presa della Bastiglia, la rivolta contro l’Ancien règime. La recente e ancora visibile pandemia, ci fa tornare indietro nel tempo, stavolta la peste non è più simbolica anche se non devastante come allora. Ma intanto ha paralizzato la vita sociale, falcidiato l’economia, sollevato più d’un dubbio sulla nostra maniera di vivere. Oggi Palermo vivrà il suo Festino più virtuale, affidando alle immagini la preghiera laica per Rosalia.

ALLONS ENFANT

Il dolore e la paura di Palermo, il sentimento integralmente laico, avvicina sempre di più la liberazione dalla moderna peste all’assalto alla Bastiglia, perché rivoluzionario appare l’affrancarsi dall’abbraccio della morte, uguale il carico di speranza. E allora, andiamo a prenderci anche quest’anno la nostra Bastiglia, cacciamo via i soprusi, a morte la tirannia della miseria civica, via dal nostro orizzonte la città dei pochi e dei loro eletti, liberiamoci dal virus di una burocrazia che rallenta il nostro lento rialzarci. Oggi più che mai dobbiamo sciogliere ogni legaccio opprimente e affidarci a Lei. Almeno per una notte concediamoci il sogno e la speranza. Allons enfants, viva Palermo e santa Rosalia. 

Questo articolo è una versione riveduta e corretta di uno scritto dello stesso autore