Sanità: il tuo udito perde colpi? Non sei sordo, hai il cuore malato | Il sintomo dell’orecchio che predice l’infarto
Udito - fonte pexels - palermolive.it
Udito e cuore, un legame sottovalutato, una ricerca su un campione di oltre 160 mila persone
Un nuovo studio prospettico condotto su larga scala nel Regno Unito rivela un legame significativo tra perdita dell’udito e rischio di sviluppare scompenso cardiaco. La ricerca, pubblicata su Heart e condotta da Yu Huang e colleghi, ha analizzato oltre 164 mila partecipanti della UK Biobank, evidenziando come la salute uditiva e quella psicologica possano incidere sul benessere cardiovascolare.
L’intento dei ricercatori era quello di chiarire la relazione tra capacità uditiva misurata oggettivamente e rischio di insufficienza cardiaca. Fino ad oggi, infatti, mancavano dati solidi basati su test diretti dell’udito, mentre gran parte delle indagini precedenti si basava su autovalutazioni soggettive. Inoltre, lo studio ha cercato di individuare se fattori psicologici e sociali, come l’isolamento o la fragilità emotiva, potessero mediare questo rapporto.
Lo studio ha incluso 164.431 individui senza diagnosi di scompenso cardiaco al momento dell’arruolamento. L’udito è stato valutato attraverso il Digit Triplets Test, che misura la capacità di comprendere il parlato in ambienti rumorosi, quantificato tramite la “soglia di ricezione del parlato” (SRT). I nuovi casi di scompenso cardiaco sono stati poi identificati attraverso i registri ospedalieri e i certificati di morte.
Dopo un follow-up mediano di 11,7 anni, 4.449 partecipanti hanno sviluppato scompenso cardiaco, pari al 2,7% del campione. L’analisi ha mostrato che a un peggioramento della soglia SRT corrispondeva un aumento del rischio cardiaco: ogni deviazione standard in più era associata a un incremento del 5% del rischio. Chi presentava un udito insufficiente o scarso, o chi faceva uso di apparecchi acustici, riportava un rischio superiore rispetto a chi aveva un udito normale.
Il peso del disagio psicologico
Uno degli aspetti più interessanti riguarda il ruolo della sofferenza psicologica. Le analisi di mediazione hanno dimostrato che il disagio psicologico spiega quasi il 17% della relazione tra deficit uditivo e scompenso cardiaco. Minore, ma comunque significativo, il contributo dell’isolamento sociale (3%) e del tratto di personalità neuroticismo (3,1%). In altre parole, lo stress emotivo derivante da difficoltà comunicative sembra avere un impatto concreto sul cuore.
Il rischio aumentato associato alla perdita uditiva risultava ancora più marcato nei partecipanti che non presentavano patologie cardiovascolari pregresse, come coronaropatia o ictus, al momento dell’ingresso nello studio. Questo suggerisce che l’udito possa costituire un fattore di rischio indipendente, meritevole di attenzione specifica nelle strategie di prevenzione primaria.

Implicazioni cliniche e preventive
I risultati sottolineano l’importanza di non trascurare la salute uditiva nella valutazione complessiva del rischio cardiovascolare. Monitorare l’udito, intervenire precocemente nei casi di deficit e offrire supporto psicologico a chi sperimenta disagio legato alla sordità possono diventare strumenti utili per ridurre il carico di scompenso cardiaco nella popolazione.
In conclusione, lo studio evidenzia come perdita dell’udito, isolamento e disagio psicologico non siano semplici condizioni accessorie, ma variabili che incidono direttamente sul cuore. Integrare la valutazione audiologica nelle pratiche di prevenzione e affiancarla a un sostegno psicologico mirato potrebbe rappresentare un nuovo tassello nelle politiche sanitarie. Prendersi cura dell’udito, in altre parole, non significa soltanto migliorare la qualità della vita quotidiana, ma anche proteggere la salute cardiovascolare.
