«Non curiamo gli imbecilli». Provocazione anti-movida dei rianimatori

I rianimatori contro la movida. La provocazione ha fatto il giro d’Italia arrivando all’orecchio di tantissime persone.

La “Fase 2” ha (ri)portato tutti gli italiani a prendersi scampoli della propria vita. A volte in modo sbagliato. La movida notturna nei locali ne è la testimonianza: in diverse città, le persone si sono assembrate fuori da pub e bar sorseggiando un cocktail oppure chiacchierando normalmente con amici e conoscenti senza utilizzare le mascherine. Palermo, come documentato più volte dal nostro giornale, è una delle città “incriminate”. I comportamenti scellerati di qualcuno hanno scatenato l’ira (e la provocazione) dei medici rianimatori che, attravero Facebook, hanno preso una netta posizione sbandierata con una semplice, ma pungente, frase che inizia un lungo post: “Noi non curiamo gli imbecilli. Io non curo i cretini“. Chi vuol capire, capisca.

LA PROTESTA SOCIAL DEI MEDICI RIANIMATORI

La pagina di “Nessuno tocchi Ippocrate“, associazione da anni impegnata contro il fenomeno della violenza ai danni dei camici bianchi prende una netta posizione sulla movida e lo fa attraverso Facebook: “In tutta Italia si sono registrati assembramenti davanti ai locali della movida del sabato sera… per colpa di qualcuno retrocederemo alla FASE 1? Noi non curiamo gli imbecilli! Assurdo farsi artefici di nuovi contagi per incuranza”. Il messaggio, ovviamente, è indirizzato soprattutto ai giovani che, lo scorso week-end, si sono resi protagonisti di diversi assembramenti. 

Un post, diventato effigie di questa protesta, è quello del rianimatore Carlo Serini dell’ospedale San Carlo di Milano:

Io faccio l’anestesista rianimatore per tutti, belli e brutti, bianchi e neri, grandi e piccoli, Italiani e stranieri, insomma non si guarda (giustamente) in faccia a nessuno. Ma non faccio l’anestesista rianimatore per i cretini. Cari cretini, eliminatevi come preferite che fate un favore all’umanitá. Ma non chiedeteci ancora – scrive – di rivedere e rivivere i tre mesi appena trascorsi, a causa del vostro cretinismo”. Lo stesso medico racconta all’Ansa: “Ho perso il conto dei pazienti morti a cui ho dovuto chiudere gli occhi. Ora sono in terapia con dei farmaci perchè la notte mi sveglio con gli incubi. La nostra vita è purtroppo scandita da un pre e un post Covid, non si può pensare che tutto torni come prima. Il post? L’ho scritto di getto, anche con rabbia, una sera che ero fuori al balcone rientrato da lavoro. Su fb vedevo scorrere le immagini della movida nella più totale incoscienza. È assurdo, e con la mia provocazione ho voluto invitare i giovani a riflettere: uscite ma con le mascherine e non accalcatevi come lumache in un cesto. Poco più di una settimana è bastata, chiedo loro, per dimenticare i 33mila morti di Covid-19?”

Alessandro Vergallo, presidente dell’Associazione anestesisti-rianimatori ospedalieri (Aaroi), spiega che sotto attacco è la movida, ribattezzata Covida: “Rappresenta un altissimo rischio di contagio da Covid. Ai giovani diciamo che senza prudenza torneremo in una situazione drammatica e che il rischio non è solo per loro che fanno l’aperitivo in massa: tornando a casa potranno infettare anche le famiglie. È un enorme rischio sociale e una seconda ondata della pandemia sarebbe devastante perché il sistema ospedaliero è già molto provato”.

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