Protesta dei cittadini contro la Italo belga:«Il mare è di tutti, Mondello bene comune»

“Perchè ai palermitani, di doversi accontentare di porzioncine di spiaggia simili a stretti corridoi non va più”. Per risolvere una volta per tutte la questione, cittadini, associazioni Esc e Comitati Civici, tutti insieme pronti ad adire vie legali.

La locandina esposta sulla pagina facebook, appositamente dedicata, punta dritto al cuore del problema: “IL MARE E’ DI TUTTI: MONDELLO BENE COMUNE” recita forte e chiaro il messaggio. Perchè ai palermitani, di doversi accontentare di porzioncine di spiaggia simili a stretti corridoi non va più. Una querelle, quella con i gestori degli spazi privati che va avanti da decenni ma che oggi, più di ieri, sembra prossima a una risoluzione. La chiedono con determinazione i fruitori della spiaggia libera, anche se, resta beninteso, c’è comunque da venire incontro a chi, nella zona balneare più in del capoluogo siciliano ci investe da sempre fior di quattrini. 

Intanto, stamani, alle 11:30 in punto, davanti allo stabilimento balneare ex Charleston, a darsi appuntamento sono stati diversi bagnanti. Cittadini, associazioni Esc e Comitati Civici, tutti insieme armati di megafono e striscioni, per un sit-in di protesta contro le concessioni ai privati del demanio marittimo della spiaggia di Mondello.Il mare di Mondello è monopolio dell’Italo-Belga da 110 anni, questa società fattura milioni di euro e paga un canone irrisorio, facendo sì che il mare diventi un lusso per tutti i cittadini. Una situazione non più accettabile“. Così Pietro Salemi dell’associazione Esc, tra gli organizzatori della manifestazione Intanto, nei  giorni scorsi gli organizzatori hanno raccolto 3.500 con una petizione online. E martedì, è previsto un altro incontro, in quanto la voglia, questa volta è di andare fino in fondo, adendo se è il caso vie legali. 

I CONTI NON TORNANO

Esiste un piano, chiamato PUDM (piano utilizzo demanio marittimo), a disposizione di tutti sul sito del Comune di Palermo, secondo il quale i privati ai quali è stata rinnovata la concessione sono tenuti a rispettare le norme riportate – affermano i manifestanti – . La gara per la concessione degli spazi, prevista dal suddetto piano, a causa della pandemia è saltata, con il risultato che l’assessore Totò Cordaro, il 20 maggio scorso ha firmato il  rinnovo fino al 31 dicembre 2033, senza gara pubblica, alla società italo-belga. Una scorrettezza che diventa insopportabile se si aggiunge che, dai primi del 900′, la stessa ha piantato le tende nel litorale a nord ovest di Palermo occupando non i 2000 mq di lotti previsti per la spiaggia di Mondello (3000 mq a livello regionale) bensì qualcosa come 39mila metri quadri. E di certo – proseguono – , come è sotto gli occhi di tutti, non rispettando la distanza dalla battigia che dovrebbe essere di almeno 10 metri. Questo pagando un canone annuo irrisorio pari a 42.000€, a fronte di un fatturato che, stando ai dati del 2013 ammonta a 7 milioni di euro annui. Cifra di certo non tanto lontana da quella attuale considerato il trariffario del 2020.”

NO AL CLASSISMO DA SPIAGGIA

Tanti sono i palermitani che, sospirando, fanno il confronto tra Mondello e altre importanti spiagge siciliane. Avendo negli occhi gli ampi spazi del litorale di San Vito ad esempio, la spiaggia libera di Mondello, in troppi tratti ridotta ad un budello, crea non pochi malumori. “Per legge non esiste la possibilità di mettere barriere e staccionate come avviene da queste parti. Al massimo – proseguono i manifestanti –  sono consentiti soltanto paletti piantati nella sabbia con il cordone. Altro impegno non onorato dai concessionari è la stessa manutenzione della spiaggia, in quanto, tra un singolo lotto e l’altro, laddove la distanza dovrebbe essere di almeno cento metri,  la pulizia dovrebbe spettare al 50% all’uno e all’altro privato. Nel caso della spiaggia di Mondello, gestita totalmente dalla Italo Belga, eccetto una piccola parte appartenente ai pompieri e all’Ombelico del Mondo da un lato, all’Albaria e al Lauria dall’altro, in pratica la pulizia dovrebbe spettare completamente ai privati. Quest’anno poi, la situazione è divenuta ancora più grave, in quanto gli stessi spazi liberi, ancor più necessari a causa del rispetto del distanziamento da covid, vengono anch’essi occupati dai privati. In questo caso si sconfina in reati che hanno a che fare con il penale, in quanto si viola la libertà delle persone. Il reato è quello di violenza privata, perchè si costringe una persona a dovere usufruire di uno spazio striminzito, anzi, pressochè inesistente, con un chiaro rischio per la salute.”

 

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